Jonathan Franzen – Libri
La prima cosa che la lettura insegna è come stare da soli.
La prima cosa che la lettura insegna è come stare da soli.
Iniziai a scrivere, senza pause, scrissi forsennatamente, divenne un’ossessione. Quando smisi di scrivere avevo narrato tutto me stesso, ero libero finalmente, ma mi sentivo anche vuoto, la mia storia non era più soltanto la mia, allora scrissi il miglior finale mai scritto, scrissi del tramonto della mia vita, scrissi della mia morte.
Quegli indumenti sembravano possedere una sorta di magia: qualora se ne fosse liberata, magari avrebbe potuto smarrire tutte le cose belle vissute quando li indossava.
Credo che quando qualcuno ti fa un torto si sia in due a portarne il fardello, che la sofferenza che quel torto provoca pesi su entrambi. Perdonare, allora, significa decidere di sobbarcarsi tutto il peso da solo.
Era inverno a Belleville e c’erano cinque personaggi. Sei contando la lastra di ghiaccio. Sette, anzi, con il cane che aveva accompagnato il Piccolo dal panettiere. Un cane epilettico, con la lingua che gli penzolava da un lato.
Sebbene fossero passati più di sei mesi da quando la loro vita era stata rasa al suolo non sapevano ancora come rapportarsi uno all’altra. Ogni sera si stendevano nel letto matrimoniale dandosi le spalle, atterriti all’idea che un contatto involontario scatenasse qualcosa che non erano in grado di governare.
Narra una leggenda cinese di due amanti che non riescono mai a unirsi.Si chiamano Notte e Giorno. Nelle magiche ore del tramonto e dell’alba gli amanti si sfiorano e sono sul punto di incontrarsi, ma non succede mai.Dicono che se fai attenzione, puoi ascoltare i lamenti e vedere il cielo tingersi del rosso della loro rabbia. La leggenda afferma che gli Deihanno voluto concedere loro qualche attimo di felicità; per questo hanno creato le eclissi, nel corso delle quali gli amantiriescono a unirsi e fanno l’amore.Ora abbiamo capito che non ci incontreremo mai più, che siamo condannati a vivere separati, che siamo la Notte e il Giorno.