Jorge Luis Borges – Libri
Il libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni.
Il libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni.
Carissima Holly,non so dove sarai né esattamente quando leggerai queste parole.Spero soltanto che la mia lettera ti trovi in buono stato e in buona salute.Non molto tempo fa mi hai sussurrato all’orecchio che non ce la fai ad andare avanti da sola. Invece puoi farcela, Holly.Sei forte e coraggiosa e supererai tutto questo.Abbiamo avuto dei momenti bellissimi, e tu hai reso la mia vita… tu sei stata la mia vita.Non ho rimpianti.Ma io sono solo un capitolo della tua: ce ne saranno molti altri.Aggrappati pure ai nostri magnifici ricordi, ma non avere paura di creartene di nuovi.Grazie per avermi fatto l’onore di essere mia moglie.Ti sarò eternamente riconoscente, per tutto.Ogni volta che avrai bisogno di me, sappi che ti sono vicino.Ti amerò per sempre.Tuo marito e il tuo migliore amico. Gerry.
Quando, dove o a causa di quale cataclisma gli uomini e le donne smarriscono quell’esuberante libertà dell’animo propria dell’infanzia? (da “La ragazza in blu”)
Era il genere di risata che preferiva. Pervasa dal suono delle risate e delle chiacchiere tra amici… Nessuna finzione, nessun tentativo di fare colpo, nessuno che cercasse di mettersi in mostra.
Una volontà forte vince sempre.
Ecco, mi hai guardato: uno sguardo perfetto, lasciatelo dire: tutto bulbi, senza il minimo movimento della testa, fulmineo, intenso, romantico, per l’appunto, che nessun altro è riuscito a intercettare; uno sguardo purissimo di figlio a genitore, ancora privo della crepa generata dalla colpa e dall’incomprensione che pure un giorno sopraggiungeranno a lesionarlo, quando per la prima volta, per una qualsiasi cazzata, io ti avrò ferita, o tu avrai ferito me; ma anche uno sguardo indimenticabile di femmina a maschio, colmo di tensione erotica, che ripeterai esattamente uguale il giorno in cui perderai la verginità, sotto quel plaid, nel gelo di una casa di campagna vuota e sconosciuta, quando, tutta raccolta nel tuo corpo come adesso, solleverai gli occhi in questo stesso modo verso quelli del ragazzo tremante che starà entrando dentro di te, e se li troverai chiusi saprai di non avere sbagliato, e li chiuderai anche tu; ma soprattutto uno sguardo coraggiosissimo, perché, a questo punto, se non avesse trovato il mio, se fosse andato a vuoto perché io ero poniamo là dietro a parlare al telefonino come la madre della tua migliore amica, o anche seduto qui, sì, ma intento a chiacchierare con lei invece che a guardare te, tu la forza, anziché trovarla, l’avresti perduta.
La creatura che mi passava davanti facendomi arrossire per la sua bellezza, aveva gli occhi pieni del suo mondo, non poteva vedermi. Io spalancavo i miei su di lei, sulle finestre che riflettevano il rosso della sera e mi facevo trasportare dalla felice vertigine del bambino che sogna di essere invisibile.