Juanfelipe Gabanhia – Figli e bambini
Sarebbe bello parlare con i bambini che eravamo e chieder loro, cosa ne pensano degli adulti che siamo diventati.
Sarebbe bello parlare con i bambini che eravamo e chieder loro, cosa ne pensano degli adulti che siamo diventati.
Essere papà è un’arte d’amore da cui non ci si può distrarre.
Dalle fragili mani dei bimbi passano giochi ed il futuro dell’umanità.
A una madre si perdona tutto, tranne il fatto di aver reso padre un imbecille.
Leggiadra come una farfalla, esile e forte come un giunco, mantieni i tuoi sogni intatti, piccola libellula dalle ali d’oro, danza solo per lui, danza per l’amore che mai ti mancherà, danza per il tuo papà.
Questa mia umana, materna ed egoistica presunzione di saperti sicura solo tra le mie braccia, mi rende debole ed insicura davanti alla tua talentuosa curiosità. Vai mia bambina, corri verso la tua felicità. Quando ti sentirai smarrita dovrai solo seguire quel sottile, eppur resistente filo, che da sempre lega il mio cuore al tuo e troverai sempre un giaciglio sicuro tra le braccia della mamma.
Ti insegnerò: che le ferite del cuore prima o poi si rimarginano ma quelle dell’anima lasciano segni profondi e indelebili. Ti insegnerò che dare è meglio che ricevere perché quando doni qualcosa di te arricchisci non solo gli altri ma anche te stessa. Ti insegnerò che la vita è dura, tanto dura e che alla fine bisogna godere delle cose davvero belle e importanti della vita e tralasciare quelle futili e inutili che sembrano renderci felici e invece poi. Ti insegnerò che il mondo è pieno di falsi e opportunisti che sbandierano valori sulla dignità e sulla lealtà e poi non valgono proprio niente. Ti insegnerò che cadrai, mille volte cadrai ma ti insegnerò anche a rialzarti tutte le volte. Perché la vita è dura figlio/a mio/a ma vale la pena viverne ogni maledetto momento.