Laura Loddo – Stati d’Animo
Io non sono arrabbiata, sono delusa che è peggio. Perché l’arrabbiatura passa ma la delusione resta.
Io non sono arrabbiata, sono delusa che è peggio. Perché l’arrabbiatura passa ma la delusione resta.
Uno straziante tormentodi un silenzio assordanteè colmo di ricordiche mai più nessunomi può riportare.
Questo mio bisogno, essenza della miseria, che mi fa afferrare tutto per negare l’inconsistenza del niente, mi lascia disordinata di inutilità che non somiglia, neppure lontanamente, all’essenza del mio desiderare di cui sono scarna e priva. Mille presenze moriture non mi fanno un’unica vita, né addosso, né dentro e mi copro, sopra e di lato, di suppletivi insensati, racimolando sensazioni in luogo d’emozioni.
Notte di S. Lorenzo: stelle che cadono e desideri che si esprimono… Io non esprimerò desideri strani, speciali o difficili. Ne ho anch’io come tutti, ma nella vita ho capito quanto le cose più semplici siano essenziali alla serenità di una persona. In base a questo il mio desiderio consiste nel vedere acceso ogni giorno quel meraviglioso sorriso sul volto di mio figlio. Poter continuare a godere di quella cosa preziosa che si chiama “amicizia”. Poter essere fiera di me, di quel poco che ho perché le cose più grandi e preziose le porto dentro. Ho anche un desiderio grande e difficile: basta guerre, bambini uccisi, bombe e potere. Magari se ognuno di noi “donerà” una delle sue stelle cadenti a quest’ultima parte… Chissà: magari facciamo il miracolo!
Nulla è più facile che illudersi perché l’uomo crede vero ciò che desidera.
Ed è finito tutto così, con una lite, con parole che hanno gelato il sangue. Finito senza nemmeno guardarsi negli occhi, con un semplice sms. Da adesso basta, io e te chiuso. Ed ora addio. Questo siamo. Ti ringrazio solo di ciò che porterai con te. Il mio cuore e la mia anima non è più mia ma tua. Trattale bene perché non me le potrai più ridare indietro, resterò solo un contenitore vuoto per l’eternità.
Ti accorgevi di quanto fossi cambiata, quando diventavo spenta e dimenticavo di sorriderti, quando cercavo di parlarti anche attraverso i miei silenzi e continuavi a non renderti conto di quanto fossi ancora “speciale” per te. Ora che mi hai persa per sempre chiediti cosa avresti potuto fare per riaccendere quel sorriso che una volta amavi tanto.