Leo Longanesi – Frasi sull’Italia e gli Italiani
In Italia, tutti sono estremisti per prudenza.
In Italia, tutti sono estremisti per prudenza.
Normale: riferibile alla norma, alla consuetudine. Assurdo: che contrasta con la logica, con la ragione, con il senso comune. In Italia è da decenni che le cose vanno in maniera contraria alla logica, alla ragione, al senso comune, talmente da tanto tempo, che dovrebbe essere assurdo ritenerle anormali.
In Italia tutti rubano ma soltanto i ladri lo fanno ancora onestamente.
L’Italia, dove il diritto è nato, è fra i paesi più incivili del mondo: vi manca assolutamente, cioè, il senso del diritto. Chi si sente cittadino fra noi? Chi rispetta lo Stato? Chi ha una nozione esatta del rispetto che ogni individuo, a qualunque confessione appartenga, deve allo Stato, il che significa a sé stesso?
I giapponesi dicono che siamo una nazione di stupidi, il “Figaro Magazine” che siamo dei casanova. Non hanno capito niente. Noi siamo la nazione del ma.
Non è vero che in Italia non esiste giustizia. È invece vero che non bisogna mai chiederla al giudice, bensì al deputato, al ministro, al giornalista, all’avvocato influente. La cosa si può trovare: l’indirizzo è sbagliato.
Il Senatore Esteban Juan Caselli, eletto nella circoscrizione dell’America Meridionale al Senato della Repubblica Italiana, desidera esprimere alcune considerazioni davanti a recenti dichiarazioni della Signora Presidente della Repubblica Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, riferite all’immigrazione storica nel paese sudamericano, inclusa ovviamente quella italiana etichettandola come “dei morti di fame scesi dalle navi”.Sembrerebbe che, per la Presidente, le illusioni di coloro che volevano solo lasciarsi dietro storie d’angoscia e disperazione, causate dalle guerre e dalle conseguenze da essa derivate quale la fame, fossero motivi sufficienti per considerarli inferiori o non degni della generosità che il governo argentino d’allora seppe dimostrare.Quelle persone alle quali la dottoressa Fernandez chiama “morti di fame” sono state precisamente i nostri nonni che non sono arrivati in terra argentina solo per soddisfare i loro impellenti bisogni – senza assolutamente cercare di ottenere qualche sussidio gratuito in cambio di voti – ma per lavorare duramente costruendo l’Argentina che fu tra i primi sei paesi al mondo per il suo sviluppo.Sono stati loro che hanno fatto si che il paese diventasse il “granaio del mondo”.Sono stati loro che, lavorando giorno e notte, mangiavano pane e cipolla per risparmiare e poter cosi mandare i figli a scuola.Sono stati loro, da emigranti, coloro che hanno popolato l’immensa geografia Argentina con i loro figli e nipoti contribuendo a creare, da esempio per tutta l’America Latina, un ceto medio colto ed intraprendente.I discendenti di quelle meravigliose donne e meravigliosi uomini “morti di fame” hanno imparato che il pane si guadagna col sudore della propria fronte e non con l’assitenzialismo.Fa veramente rabbia e provoca sdegno ascoltare l’appellativo “morti di fame” pronunciato con una cosi grande superbia verso persone che, certamente, erano affamati ma di progresso e un po’ di serenità.Sinceramente, piuttosto che quella poco generosa ed offensiva descrizione, sarebbe stato meglio rendere omaggio e riconoscenza, non solo agli italiani, ma a tutti coloro che, come dice la costituzione della repubblica argentina, hanno voluto “abitare il suolo argentino” in pace ed armonia con tutti gli altri.Senatore Esteban Juan CaselliRoma, 27 settembre 2012.