Lorena Scottoni – Morte
Lei ti ha portato vialasciandomi soloi ricordi e doloretendo la manocome un bimboti rivogliotu sei mionola Madre ti ha presoora sei suodono le mie lacrimea te che eri mio.
Lei ti ha portato vialasciandomi soloi ricordi e doloretendo la manocome un bimboti rivogliotu sei mionola Madre ti ha presoora sei suodono le mie lacrimea te che eri mio.
Ricordo mio nonno, un contadino: quando gli chiedevo “Cosa fai, nonno?”, rispondeva “aspetto la morte”. Per me non era mai una risposta tragica perché per lui aspettare la morte significava attrezzarsi, nell’ultima parte della vita, ad affrontarla con tutte le armi dell’uomo (lo scherno, l’ironia, la tristezza, l’amicizia, l’amore), ma mai ad esorcizzarla. Noi invece la dobbiamo esorcizzare con i nostri “gesti segreti” perché crediamo solo nei fatti. E di fronte al “fatto della morte”, che non si può controllare perché si è “assenti” nei riguardi di esso, possiamo solo fare scongiuri o “dare i numeri”.
Un manto bianco e soffice si sta creando e in questo attimo di pace posso solo sorridere al vedere la bellezza della natura.
La vita dei morti sta nella memoria dei vivi.
L’unica cosa che c’insegna la morte è che é urgente d’amare.
Il coraggio di uccidere non rende grande nessuno.
Generosità non vuol dire dare tutto quello che una volontà vuole. Se si dice di non farlo un motivo c’è, non sempre per egoismo. Prenderlo con la forza è un insulto alla natura di cui facciamo parte, in cui viviamo, che sostiene la vita solo se si rispetta senza ipocrisia e avidità.