Luciano Meran Donatoni – Tristezza
La malinconia non è una malattia, può essere una tristezza che abbraccia la nostalgia, di un amore che se ne andato via.
La malinconia non è una malattia, può essere una tristezza che abbraccia la nostalgia, di un amore che se ne andato via.
La solitudine è un vuoto in espansione in mezzo all’infinità sconosciuta dello spazio.
Stanotte credevo di addormentarmi e di fondermi ancora con il tuo calore.Non pensavo di dover sentire quel freddo…Mi hai lasciata di nuovo sola…
La mia incomprensibile felicità malinconica. Idioma che non si può tradurre.
Come la risata, anche il dolore può essere contagioso. Ma nell’angoscia, purtroppo o per fortuna, si è quasi completamente soli.
Non pensare che il tuo sorriso si sia smarrito solo perché le tue labbra non sorridono, perché è dentro a te che vive insieme al tuo cuore, non pensare che le braccia siano leggere prive dalla voglia di abbracciare perché ora stanno abbracciando te, non pensare che i tuoi occhi non hanno luce perché ora quella luce che hai risplende nelle stelle, non pensare che la tua anima sia sola, sofferente, pensierosa perché ora sta correndo in silenzio verso un orizzonte di luce, non pensare che il tuo corpo ora stia sentendo freddo perché è riscaldato da un fuoco di passione che puoi trovarlo nelle persone che ami, non pensare che le tue mani non vogliano vivere insieme ad un’altra perché ora sono ferme, ma solo aspettano che siano prese inaspettatamentenon pensare che il tuo mondo sua buio, ma solo che alla fine di un temporale c’è sempre l’arcobaleno e allora lì sentirai un brivido che ti darà tutto ciò che ti sembra aver smarrito.
I sorrisi sbiadiscono, fingono, gli occhi si mascherano, la mente si annebbia, è offuscata dal nero, che incombe il suo cammino e completare l’opera… Questa è solitudine.