Luigi Meneghello – Libri
La scrittura è distillazione delle parole e meglio di tante ciacole, dice una buona pagina.
La scrittura è distillazione delle parole e meglio di tante ciacole, dice una buona pagina.
C’era una volta un ragazzino che odiava il Kreplech. Ogni volta che vedeva un pezzo di Kreplech nel brodo, gridava: “Aaah, il Kreplech!” Sua madre decise quindi di insegnargli a non avere paura del Kreplech. Lo portò in cucina e preparò un po’ di pasta. “Vedi, è come una frittella”, gli disse. “Come una frittella”, ripetè il ragazzino. Allora la mamma prese della carne macinata e ne fece una pallina. “Vedi, è come una polpetta”, gli disse. “Come una polpetta”, ripetè il ragazzino. Poi la mamma avvolse la pasta attorno alla carne e la prese in mano. “Vedi, è come un raviolo”, gli disse. “Come un raviolo”, ripetè il ragazzino. Allora lei lasciò cadere il Kreplech nel brodo e mise il tutto davanti al ragazzino, il quale urlò: “Aaah, il Kreplech!”.
I piccoli colleghi non avevano scambi di idee tra di loro. Nient’altro che formule, fissate, cotte e stracotte come crostini di pensiero.
Quanto più si estende la grande conoscenza dei buoni libri, tanto più si restringe la cerchia degli uomini di cui ci è gradita la compagnia.
Il talento da solo non può fare lo scrittore. Ci deve essere un uomo dietro al libro.
I libri che gli uomini chiamano ‘immorali’ sono semplicemente libri che mostrano al mondo la sua vergogna. Tutto qui.
Felice l’uomo che trova rifugio in se stesso.