Luigi Moretta – Stati d’Animo
Non si può conoscere la vera felicità senza aver testato sul proprio cuore la sofferenza per il dolore più atroce.
Non si può conoscere la vera felicità senza aver testato sul proprio cuore la sofferenza per il dolore più atroce.
Non è la tempesta che mi spaventa, ma la quiete dopo la tempesta che anestetizza il cuore.
Vorrei avere la forza di liberarmi dalle catene della mia mente e a incatenarmi alle passioni del mio cuore.
Soffre veramente solo chi soffre senza testimoni.
In ogni gioia c’è questo di splendido, che arriva immeritata e che non si può mai comperare.
Non voglio più affezionarmi alle persone, ho ricevuto troppe delusioni, il mio cuore si rifiuta di soffrire per chi non lo merita.
Se gli esseri umani ci deludano, ci fanno soffrire, noi lasciamo scorrere la nostra sorgente, ossia non smettiamo mai di amare. Ci viene però da dire: ne ho abbastanza di essere sempre malmenata ingannata, lesa.Ma meglio essere ingannati e lesi piuttosto che impedire alla nostra sorgente interiore di scorrere. Possiamo sempre porre riparo alle delusioni, alle perdite ma se la sorgente dell’amore non scorre più, siamo perduti: nel nostro interiore, diventiamo una palude. Meglio sapere come orientare l’acqua di quella sorgente, e come meglio canalizzarla, affinché non vada a scorrere in, in un giardino qualunque, o un posto qualunque. Per favorire la crescita di ortiche o erbacce. Non bisogna lasciar inaridire la sorgente, ma meglio proteggerla, affinché scorra pura per alimentare unicamente il mondo, e Dio se ne incaricherà.