Luna Del Grande – Stati d’Animo
Aspettarsi troppo dalle persone significa illudersi. Partiamo dal presupposto che molti illudono e pochi stupiscono.
Aspettarsi troppo dalle persone significa illudersi. Partiamo dal presupposto che molti illudono e pochi stupiscono.
Cosa conosco della notte? Nulla. Eppur lei sembra conoscer me, mi abbraccia e si prende cura di me, mi tiene compagnia e mi regala attimi stupendi, lei abbraccia le mie lacrime, mi accarezza e sussurra, adesso dormi, lasciati andare, lascia i tuoi pensieri al giorno, e lascia che io ti conduca in un mondo dove tutto è poesia, e nulla e nessuno ti potrà toccare, se non i tuoi sogni, quasi mi amasse la notte, ed io cosa conosco della notte? Nulla se non il silenzio ed i sogni che lei mi regala, cosa ne so io della notte? Nulla, e quel che so è che lei mi ama.
Capita che il mare sia troppo salato per persone che sono piene di ferite ancora aperte, che la pelle ti bruci troppo per continuare a stare a galla.
Il giorno in cui saprai accettare che quanto hai fatto venga sminuito dagli altri, senza battere ciglio, potrai dire di essere grande.
Ho solo bisogno di qualcuno che mi stia vicino, e non pretendo che mi comprenda, né che mi ami. Vorrei solo che non mi lasciasse sola, perché vivere tutto questo dolore e tutta questa paura in compagnia, penso che possa portarti a vedere le cose in modo diverso. Più rassicurante.
Non posso essere più stanca dei miei occhi. Soggiogata dai miei cavilli, con clausole invisibili e post scriptum alla fine dei pensieri, ché ho sempre qualcosa d’aggiungere alla fine delle mie parole che non bastano mai, come me, che non mi basto mai. Ho tutto scritto in faccia, grafia illeggibile e distorta in una smorfia di dolore. Uno spasmo alla mascella ed un crampo allo stomaco a strozzarmi il dicibile. Anche stavolta, è un non detto.
Non lasciatevi ingannare dall’apparente dolcezza delle parole. A volte l’acidità è nascosta bene in profondità.
Cosa conosco della notte? Nulla. Eppur lei sembra conoscer me, mi abbraccia e si prende cura di me, mi tiene compagnia e mi regala attimi stupendi, lei abbraccia le mie lacrime, mi accarezza e sussurra, adesso dormi, lasciati andare, lascia i tuoi pensieri al giorno, e lascia che io ti conduca in un mondo dove tutto è poesia, e nulla e nessuno ti potrà toccare, se non i tuoi sogni, quasi mi amasse la notte, ed io cosa conosco della notte? Nulla se non il silenzio ed i sogni che lei mi regala, cosa ne so io della notte? Nulla, e quel che so è che lei mi ama.
Capita che il mare sia troppo salato per persone che sono piene di ferite ancora aperte, che la pelle ti bruci troppo per continuare a stare a galla.
Il giorno in cui saprai accettare che quanto hai fatto venga sminuito dagli altri, senza battere ciglio, potrai dire di essere grande.
Ho solo bisogno di qualcuno che mi stia vicino, e non pretendo che mi comprenda, né che mi ami. Vorrei solo che non mi lasciasse sola, perché vivere tutto questo dolore e tutta questa paura in compagnia, penso che possa portarti a vedere le cose in modo diverso. Più rassicurante.
Non posso essere più stanca dei miei occhi. Soggiogata dai miei cavilli, con clausole invisibili e post scriptum alla fine dei pensieri, ché ho sempre qualcosa d’aggiungere alla fine delle mie parole che non bastano mai, come me, che non mi basto mai. Ho tutto scritto in faccia, grafia illeggibile e distorta in una smorfia di dolore. Uno spasmo alla mascella ed un crampo allo stomaco a strozzarmi il dicibile. Anche stavolta, è un non detto.
Non lasciatevi ingannare dall’apparente dolcezza delle parole. A volte l’acidità è nascosta bene in profondità.
Cosa conosco della notte? Nulla. Eppur lei sembra conoscer me, mi abbraccia e si prende cura di me, mi tiene compagnia e mi regala attimi stupendi, lei abbraccia le mie lacrime, mi accarezza e sussurra, adesso dormi, lasciati andare, lascia i tuoi pensieri al giorno, e lascia che io ti conduca in un mondo dove tutto è poesia, e nulla e nessuno ti potrà toccare, se non i tuoi sogni, quasi mi amasse la notte, ed io cosa conosco della notte? Nulla se non il silenzio ed i sogni che lei mi regala, cosa ne so io della notte? Nulla, e quel che so è che lei mi ama.
Capita che il mare sia troppo salato per persone che sono piene di ferite ancora aperte, che la pelle ti bruci troppo per continuare a stare a galla.
Il giorno in cui saprai accettare che quanto hai fatto venga sminuito dagli altri, senza battere ciglio, potrai dire di essere grande.
Ho solo bisogno di qualcuno che mi stia vicino, e non pretendo che mi comprenda, né che mi ami. Vorrei solo che non mi lasciasse sola, perché vivere tutto questo dolore e tutta questa paura in compagnia, penso che possa portarti a vedere le cose in modo diverso. Più rassicurante.
Non posso essere più stanca dei miei occhi. Soggiogata dai miei cavilli, con clausole invisibili e post scriptum alla fine dei pensieri, ché ho sempre qualcosa d’aggiungere alla fine delle mie parole che non bastano mai, come me, che non mi basto mai. Ho tutto scritto in faccia, grafia illeggibile e distorta in una smorfia di dolore. Uno spasmo alla mascella ed un crampo allo stomaco a strozzarmi il dicibile. Anche stavolta, è un non detto.
Non lasciatevi ingannare dall’apparente dolcezza delle parole. A volte l’acidità è nascosta bene in profondità.