Maicol Cortesi – Arte
Se una macchina fotografica cattura un lungo istante, la coscienza ne cattura l’intera esistenza dell’universo.
Se una macchina fotografica cattura un lungo istante, la coscienza ne cattura l’intera esistenza dell’universo.
Ognuno di noi è un’opera d’arte, perché ognuno di noi è unico e irripetibile. La vita è arte e noi siamo il suo frutto che attinge dal suo grembo la fantasia per creare.
Amo danzare perché posso dire tutto quello che voglio senza voce.
Nell’arte, la bellezza non è altro che la bruttezza mitigata.
L’arte è la voglia di appropriarsi di qualcosa di se stessi che non abbiamo ancora esplorato.
Materia dell’arte non è il bello o il nobile, tutto è materia d’arte: tutto ciò che è vivo: solo il morto è fuori dell’arte.
Concentrando le inquietudini dell’universo, più o meno sconosciuto, che sistematicamente respinge ogni inserimento nella umana collettività, ho iniziato a dipingere per me stesso, col macroscopico egoismo che distingue il “genio”.
Ognuno di noi è un’opera d’arte, perché ognuno di noi è unico e irripetibile. La vita è arte e noi siamo il suo frutto che attinge dal suo grembo la fantasia per creare.
Amo danzare perché posso dire tutto quello che voglio senza voce.
Nell’arte, la bellezza non è altro che la bruttezza mitigata.
L’arte è la voglia di appropriarsi di qualcosa di se stessi che non abbiamo ancora esplorato.
Materia dell’arte non è il bello o il nobile, tutto è materia d’arte: tutto ciò che è vivo: solo il morto è fuori dell’arte.
Concentrando le inquietudini dell’universo, più o meno sconosciuto, che sistematicamente respinge ogni inserimento nella umana collettività, ho iniziato a dipingere per me stesso, col macroscopico egoismo che distingue il “genio”.
Ognuno di noi è un’opera d’arte, perché ognuno di noi è unico e irripetibile. La vita è arte e noi siamo il suo frutto che attinge dal suo grembo la fantasia per creare.
Amo danzare perché posso dire tutto quello che voglio senza voce.
Nell’arte, la bellezza non è altro che la bruttezza mitigata.
L’arte è la voglia di appropriarsi di qualcosa di se stessi che non abbiamo ancora esplorato.
Materia dell’arte non è il bello o il nobile, tutto è materia d’arte: tutto ciò che è vivo: solo il morto è fuori dell’arte.
Concentrando le inquietudini dell’universo, più o meno sconosciuto, che sistematicamente respinge ogni inserimento nella umana collettività, ho iniziato a dipingere per me stesso, col macroscopico egoismo che distingue il “genio”.