Maicol Cortesi – Tempi Moderni
Le nostre emozioni unite attraverso i social network sprigioneranno un enorme potenziale… un potere in grado di cambiare la realtà che ci circonda.
Le nostre emozioni unite attraverso i social network sprigioneranno un enorme potenziale… un potere in grado di cambiare la realtà che ci circonda.
Cercare la speranza e farla crescere, coltivarla in noi stessi e in chi ci sta vicino, non arrendersi a ciò che adesso la società ci impone, alla sua volgarità, alla sua violenza, ma vedere tra queste cose dei segnali di cambiamento, custodirli e alimentarli come nell’antica Roma le Vestali custodivano il fuoco. Senza sonno né distrazione.
Lo hanno chiamato “divorzio breve” perché “è una cosa così lunga che è meglio che la finiamo qui” pareva brutto.
Se nel nostro tempo un falegname trentenne si professasse il Messia, come d’altronde gli Avventisti del settimo Giorno auspicano, andasse in piazza, ci dicesse parole d’amore, narrasse novelle, indicasse una nuova vita di povertà volta al bene spirituale, volesse che lo seguissimo diventando pescatori di anime e in ultimo impeto di vocazione divina si facesse crocifiggere dicendo che è per la nostra salvezza… Bhè, non v’è la pallida titubanza che sarebbe considerato un emerito imbecille.
Chi partecipa alla nuova mensa stabilita da Cristo, morirà insieme a lui.
Non è forse più consono nella grammatica italiana distinguere i verbi “usare” quando si consuma l’oggetto e “utilizzare” quando l’oggetto non è soggetto ad usura.
Dante ha sbagliato: non bisogna salire in paradiso, ma scendere all’inferno e aiutare le persone in difficoltà.