Marco Cirino – Tristezza
Lo sapevo, ne ero certo, è andata dove io non posso più raggiungerla. Oh non all’altro mondo, solo lontana da me.
Lo sapevo, ne ero certo, è andata dove io non posso più raggiungerla. Oh non all’altro mondo, solo lontana da me.
Poveri sono e poveri resteranno coloro che l’amore feriscono, poiché non sanno che nella solitudine periranno!
L’amore è il più bel dono che Dio potesse farci, La sensazione dell’amore e come quando vai a dormire e sai che il giorno dopo avrai una giornata fantastica, è quel senso inebriante di vittoria, l’adrenalina prima del salto… tutto moltiplicato per quanto è immenso il cielo e alla fine siamo nati per questo, nati da un amore.
E di punto in bianco il mondo crollò ai mie piedi e l’abisso apri le sue porte per accogliermi… l’addove un tempo c’era felicita ora c’è solo un silenzio e un vuoto… ad accogliermi ogni giorno…
Le poche sterili parole della nostra epoca vengono strappate dolorosamente al silenzio. Abbiamo cominciato a tacere da ragazzi, a tavola, di fronte ai nostri genitori. Noi stavamo zitti per protesta e per sdegno. Eravamo ricchi del nostro silenzio. Adesso ne siamo vergognosi e disperati e ne conosciamo tutta la miseria, ma il silenzio può essere universale e profondo. Il silenzio può raggiungere una forma di infelicità chiusa, mostruosa, avvizzire i giorni della giovinezza, fare amaro il pane. Può portare alla morte. Perché il silenzio è un peccato un peccato comune a tanti nostri simili nella nostra epoca, è il frutto amaro della nostra epoca malsana.
La sofferenza è come il sole che sorge e poi tramonta lasciando la scia di un passato che se ne va.
Quando si sorride troppo, in realtà si nasconde tanta tristezza.