Marco Frattola – Informatica
Settembre andiamo, è tempo di migrare… diceva il sistemista ai suoi server.
Settembre andiamo, è tempo di migrare… diceva il sistemista ai suoi server.
Bill Gates muore. Arriva all’inferno e viene accolto da un diavolo in frack, fatto salire su una Cadillac extra lusso con piscina e portato a fare un giro. Ovunque ville faraoniche con feste, baccanali, orge, donne bellissime nude. Dopo alcuni chilometri, si avvicina in lontananza un cancello. Si apre senza cigolii e dietro c’è un immenso portone. Bill viene invitato a scendere ed il portone si apre. Dietro c’è un caldo infernale, fiamme, urla strazianti, diavoli con forconi che infilzano continuamente i poveracci. Non potendo credere ai suoi occhi, Mr. Gates chiede al diavolo:- Ma come? E tutto quello che abbiamo visto prima?Il diavolo lo guarda con sgardo gentile e risponde:- Ah, quella… era la versione demo.
You get the feeling that whenever you leave the house, when you return home there’s a new Google product that just launched.Si ha la sensazione che ogni qualvolta si esca di casa, al proprio ritorno ci sia un nuovo prodotto Google appena lanciato.
Spleen informatico: numero binario, triste e solitario.
Chiedersi se un computer possa pensare non è più interessante del chiedersi se un sottomarino possa nuotare.
L’hacker è una persona che è andata al di là dell’uso del computer per sopravvivere (“Mi porto a casa la pagnotta programmando”) e guarda piuttosto ai due stadi successivi. Lui (o, in teoria ma in pratica fin troppo raramente, lei) usa il computer per i propri legami sociali: l’e-mail e la Rete sono mezzi bellissimi per avere una comunità. Ma per gli hacker un computer significa anche intrattenimento. Non i giochi, non le belle immagini sulla Rete. Il computer in sé è intrattenimento.
Una volta scritto GNU, ognuno potrà avere liberamente del buon software di sistema, così come può avere l’aria.