Marco Fusi – Scienza e tecnologia
Per fortuna i dieci comandamenti non tengono conto dei peccati che le nuove tecnologie ci offrono.
Per fortuna i dieci comandamenti non tengono conto dei peccati che le nuove tecnologie ci offrono.
La scienza procede a passi, non a salti.
Ho problemi di lavoro, vendo divani per psichiatri, per fare vedere come ci si sta… mi ci sdraio sopra e loro ne aprofittano per farmi pagare la seduta.
Il cane è il miglior amico della donna, perché la porta fuori più spesso del marito.
La tecnologia che oggi abbiamo è quella di anni fa, ci danno in pasto piccoli bocconcini alla volta per smaltire pian piano e in maniera remunerativa la vera tecnologia in possesso di quei potenti che governano il commercio… e la nostra vita.
Per me la scienza è fatalmente portatrice di valori. Pensando al discorso sul metodo mi viene in mente Galileo e le sue ragioni metodologiche. Non credo che la sua scienza fosse innocua, neutrale, innocente. Perla semplice ragione che le sue ricerche misero in crisi una prospettiva ideologica forte: quella fino ad allora sostenuta dalla Chiesa e dall’autorità scientifica appoggiata dal cardinal Bellarmino. È impossibile separare la scienza dal suo contesto storico sociale concreto. L’immagine dello scienziato chiuso inlaboratorio che fala grande scoperta è un po’ comica. A promuovere la scienza sono innanzitutto i gruppi interessati a usarne le ricadute: l’università, l’industria sempre più immateriale, i grandi centri medici e farmacologici, l’esercito. La portata ideologica della scienza lievita dentro questi interessi.
La tecnologia obbliga gli uomini a prendere atto della propria stupidità. È il paradosso dell’antico Sapiens Sapiens. Più ha saputo dominare i suoi procedimenti mentali, più ha saputo concretizzarli in strumenti raffinatissimi per la soluzione di problemi astrusi, più ha scoperto la sua voglia irrefrenabile di servirsene per soddisfare pulsioni sempre più scollegate dal “controllo corticale”. Per usare una pietosa parafrasi.