Marco Tullio Cicerone – Libri
Una stanza senza libri è come un corpo senz’anima.
Una stanza senza libri è come un corpo senz’anima.
Esito ad apporre il nome, il bel nome grave di tristezza su questo sentimento, del quale la noia, la dolcezza mi ossessionano. È un sentimento così completo, così egoista che io quasi me ne vergogno mentre la tristezza mi è sempre parsa onorevole. Non conoscevo lei, ma la noia, il rimpianto, e più raramente i rimorsi. Oggi, qualcosa si ripiega su me come una seta, snervante e dolce, e mi separa dagli altri. (da “bonjour tristesse”)
Era un cimelio incredibile, la prova che Lily Potter era esistita, esistita davvero, che la sua mano calda un tempo si era mossa su quella pergamena, tracciando con l’inchiostro quelle lettere, quelle parole, parole su di lui, Harry, suo figlio.
Per ricordare una frase per sempre bisogna scriverla, perché scriverla è come leggerla due volte.
Claudia era un mistero, era impossibile dire cosa sapesse o non sapesse, e vederla uccidere faceva rabbrividire.
Lo guardai furente: “Vattene. Non osare cercare di fermarmi.” Fu come ai vecchi tempi, quand’eravamo stati soliti lottare, cercando di sopraffarci a vicenda. Strinsi i pugni, pronta a stenderlo.”Volevo soltanto dirti di essere prudente”, rispose Fang, prima di avvicinarsi di un passo e scostarmi qualche capello dagli occhi. “E… ti guarderò le spalle.”Accennò con la testa alla camera dei siluri.Oh, mio Dio… In quel momento mi travolse come un maremoto: era perfetto per me, come nessun altro mai lo sarebbe stato; era tutto quello che avrei mai potuto sperare, come amico, come ragazzo, forse anche molto di più.Lui era lì per me. Non occorreva cercare.Lo amavo davvero, davvero, con un tipo d’amore del tutto nuovo, che non avevo mai provato prima, e che in confronto rendeva sbiadito e vacuo ogni altro tipo di amore mai provato. Lo amavo con ogni cellula del mio corpo, con ogni pensiero della mia mente, con ogni penna delle mie ali, con ogni respiro dei miei polmoni e delle mie sacche d’aria.Un vero peccato che mi accingessi ad affrontare una morte quasi certa.Là, davanti a tutti, gli gettai le braccia al collo e lo baciai con forza sulla bocca. Per un attimo lui rimase sconcertato, poi mi avvolse con le sue braccia forti, stringendo con tanta forza che quasi faticai a respirare.[…]Gli occhi di ossidiana di Fang scintillavano fulgidi, e il suo viso stoico appariva meravigliato.”Devo andare”, annunciai pacatamente.Un sorrisino gli increspò le labbra. “Già… Sbrigati a tornare.”Annuì.Lui uscì dalla camera di equilibrio senza staccare lo sguardo da me, imprimendosi le mie fattezze nella memoria, mentre premeva il pulsante che la sigillava.[…]Ero spaventata.Ero follemente, profondamente, incredibilmente, gioiosamente, terribilmente innamorata.
Sono un libro con le pagine incollate, non riesco a farmi sfogliare.