Marco Tullio Cicerone – Stati d’Animo
Il dolore, se è grave, è breve, se è lungo è leggero.
Il dolore, se è grave, è breve, se è lungo è leggero.
Giorno per giorno conquisto nervoso, o forse è il nervoso che conquista me, sgretolando ciò che resta di una vita in rovina.
Sono la lontananza, sono la corsa di un bambino verso sua mamma sono in un sogno antico, sono nella pancia di un lupo e non voglio assolutamente pensare a niente se non alla luce che arriva quando mi apri le parole addosso e non voglio fare nulla se non principalmente galleggiare nello scrigno in plasma di una nebulosa che si prepara a vivere il riflesso di tutto ciò che resta. Ancora per pochissimo; circa dieci miliardi di anni.
Siamo l’immagine allo specchio della gente che odiamo. Nell’indifferenza regna il rigetto, il rifiuto. Ma non nell’odio. L’odio è l’espressione alternativa di un’attrazione irresistibile che per qualche motivo sconosciuto siamo costretti a rinnegare.
La forza interiore. Quella lucina che rimane accesa nelle buie notti, quell’ultimo pezzetto di corda logorata e sfrangiata a cui aggrapparti quando il vuoto ti cinge, quell’usurata coperta che ti scalda nelle giornate gelide. È quell’energia inesauribile e rinnovabile che rappresenta la parte viva di te, che vive in te. La forza interiore è la rinascita.
Le belle parole si attaccano al cuore, quelle che fanno male entrano nella mente e non si scordano mai.
A volte c’è troppo silenzio per non sentirsi soli e troppe emozioni dentro il cuore da non poter condividere.