Marguerite Yourcenar – Libri
Quando si ama la vita in tutte le sue forme, quelle del passato quanto quelle del presente, è del tutto normale che si legga molto.
Quando si ama la vita in tutte le sue forme, quelle del passato quanto quelle del presente, è del tutto normale che si legga molto.
Il modo per essere controculturale e avere un successo commerciale di massa è dire e fare cose radicali in una forma conservatrice. Come ha fatto McLuhan: scrivere un libro per dire che i libri sono obsoleti.
Non riesco a saziarmi di libri. E sì che ne posseggo un numero probabilmente superiore al necessario; ma succede anche coi libri come con le altre cose: la fortuna nel cercarli è sprone a una maggiore avidità a possederne. Anzi coi libri si verifica un fatto singolarissimo: l’oro, l’argento, i gioielli, la ricca veste, il palazzo di marmo, il bel podere, i dipinti, il destriero dall’elegante bardatura e le altre cose del genere, recano con sè un godimento inerte e superficiale; i libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di famigliarità attiva e penetrante.
Qui, ora, Alvina, Stargirl: ogni cosa si dissolse come una nuvola di schiuma. Ero uscita da me stessa. Non ero in nessun luogo, ero dappertutto. Niente quando. Niente poi. Nient’altro che adesso. Esistevo in uno stato così rarefatto da sfuggire alla presa della memoria.
Se tutto quello che è successo nella storia dell’universo venisse compresso in uno spazio temporale di ventiquattro ora, la terra non sarebbe nata che nel tardo pomeriggio. I dinosauri sarebbero apparsi qualche minuto prima di mezzanotte. E l’uomo sarebbe esistito solo negli ultimi due secondi…
Josh pensò che gli esseri umani sono strane creature. Sono tante cose diverse allo stesso tempo, e provano emozioni così contrastanti.Amore e odio, gioia e disperazione, coraggio e paura. Come se fossimo grandi dischi che ruotano, di tutti i colori possibili e immaginabili, sui quali la luce si sposta di continuo, danzando. Rivide tutti quei volti, giovani e vecchi, che ridevano e piangevano. Sembrava che l’età non contasse: a diciassette o a settanta, il disco era sempre lì che girava. Forse con il passare del tempo diventava un po’ più semplice riconoscere i colori e sapere con certezza cosa stavi guardando e cosa significava quello che vedevi.
Scrivere è un’inevitabile presa di posizione. Scrivere è una responsabilità.