Maria Suppa – Paura & Coraggio
Non aver paura di un “ti voglio bene” ma di non aver più tempo e modo per poterlo dire.
Non aver paura di un “ti voglio bene” ma di non aver più tempo e modo per poterlo dire.
Il messaggio che invio, e credo anche più importante di quello scientifico, è di affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi. Questo, ritengo, è stato il mio unico merito. Io dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.
Ci vuole coraggio per avventurarsi al buio, senza sapere che cosa troveremo, per uccidere i demoni della nostra paura e del nostro dolore.
Quante parole buttate al vento, non capite, non ascoltate, sprecate, quante parole ci mancano, che non sono state mai dette; e poi ci sono parole che feriscono come lame, che spaventano… ma soprattutto parole, parole, che non servono più e le seppellisci in fondo all’anima.
La cosa che più spaventa un uomo è la consapevolezza di non sapere.
A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni.
La chiave per raggiungere la felicità è appesa al filo del coraggio.
Il messaggio che invio, e credo anche più importante di quello scientifico, è di affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi. Questo, ritengo, è stato il mio unico merito. Io dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.
Ci vuole coraggio per avventurarsi al buio, senza sapere che cosa troveremo, per uccidere i demoni della nostra paura e del nostro dolore.
Quante parole buttate al vento, non capite, non ascoltate, sprecate, quante parole ci mancano, che non sono state mai dette; e poi ci sono parole che feriscono come lame, che spaventano… ma soprattutto parole, parole, che non servono più e le seppellisci in fondo all’anima.
La cosa che più spaventa un uomo è la consapevolezza di non sapere.
A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni.
La chiave per raggiungere la felicità è appesa al filo del coraggio.
Il messaggio che invio, e credo anche più importante di quello scientifico, è di affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi. Questo, ritengo, è stato il mio unico merito. Io dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.
Ci vuole coraggio per avventurarsi al buio, senza sapere che cosa troveremo, per uccidere i demoni della nostra paura e del nostro dolore.
Quante parole buttate al vento, non capite, non ascoltate, sprecate, quante parole ci mancano, che non sono state mai dette; e poi ci sono parole che feriscono come lame, che spaventano… ma soprattutto parole, parole, che non servono più e le seppellisci in fondo all’anima.
La cosa che più spaventa un uomo è la consapevolezza di non sapere.
A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni.
La chiave per raggiungere la felicità è appesa al filo del coraggio.