Marianna Ciotola – Stati d’Animo
Crollano a pezzi i palazzi, figuriamoci le persone.
Crollano a pezzi i palazzi, figuriamoci le persone.
Se diciamo “invecchio”, vuol dire che abbiamo vissuto e stiamo ancora percorrendo la strada della vita, sia pure sempre in combattimento con il tempo tiranno.L’importante è che non sia lo spirito ad invecchiare, perché lo spirito è la benzina del nostro cuore e l’olio delle nostre membra.
Spesso di fronte alle difficoltà ci sentiamo piccoli e sbagliati. Ma non esistono vite perfettamente giuste, né totalmente sbagliate. Magari ognuno di noi vorrebbe accorciare il percorso che porta al raggiungimento di un obiettivo, e vorremmo certamente abolire i tratti scoscesi, le curve, le salite, ma forse eliminando questi ostacoli perderemmo gli incontri fatti per “caso”, che poi per caso non sono mai, quegli incontri che ci erano necessari, di cui non puoi e non vuoi più farne a meno e che diventano quasi indispensabili.
La cosa peggiore di quando si è tristi è sapere che l’unica persona in grado di aiutarti è la stessa a farti soffrire…
Vivo per quel briciolo di follia colma di brillantezza intrinseca, imbevuta da una sana vena di sarcasmo, in modo da sbilanciare il pessimismo cronico, dall’ottimismo senza limiti, creando un conflitto d’interessi, che a volte mi porterà verso il lato positivo e altre verso quello negativo, ma che non si fermerà mai nel mezzo, non sarò mai neutro. Il mezzo, è solo per chi s’accontenta.
Esistono sconfinate praterie emotive invisibili agli occhi dell’insensibile.
Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di strappare un buon lavoro che a sua volta mi consenta di strappare abbastanza soldi per strappare un qualche cavolo di serenità tutta guerreggiata e ferita e massacrata dagli sforzi inauditi per raggiungerla. E allora perché dovrei sacrificare i momenti di serenità che mi vengono spontaneamente lungo la strada?
Se diciamo “invecchio”, vuol dire che abbiamo vissuto e stiamo ancora percorrendo la strada della vita, sia pure sempre in combattimento con il tempo tiranno.L’importante è che non sia lo spirito ad invecchiare, perché lo spirito è la benzina del nostro cuore e l’olio delle nostre membra.
Spesso di fronte alle difficoltà ci sentiamo piccoli e sbagliati. Ma non esistono vite perfettamente giuste, né totalmente sbagliate. Magari ognuno di noi vorrebbe accorciare il percorso che porta al raggiungimento di un obiettivo, e vorremmo certamente abolire i tratti scoscesi, le curve, le salite, ma forse eliminando questi ostacoli perderemmo gli incontri fatti per “caso”, che poi per caso non sono mai, quegli incontri che ci erano necessari, di cui non puoi e non vuoi più farne a meno e che diventano quasi indispensabili.
La cosa peggiore di quando si è tristi è sapere che l’unica persona in grado di aiutarti è la stessa a farti soffrire…
Vivo per quel briciolo di follia colma di brillantezza intrinseca, imbevuta da una sana vena di sarcasmo, in modo da sbilanciare il pessimismo cronico, dall’ottimismo senza limiti, creando un conflitto d’interessi, che a volte mi porterà verso il lato positivo e altre verso quello negativo, ma che non si fermerà mai nel mezzo, non sarò mai neutro. Il mezzo, è solo per chi s’accontenta.
Esistono sconfinate praterie emotive invisibili agli occhi dell’insensibile.
Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di strappare un buon lavoro che a sua volta mi consenta di strappare abbastanza soldi per strappare un qualche cavolo di serenità tutta guerreggiata e ferita e massacrata dagli sforzi inauditi per raggiungerla. E allora perché dovrei sacrificare i momenti di serenità che mi vengono spontaneamente lungo la strada?
Se diciamo “invecchio”, vuol dire che abbiamo vissuto e stiamo ancora percorrendo la strada della vita, sia pure sempre in combattimento con il tempo tiranno.L’importante è che non sia lo spirito ad invecchiare, perché lo spirito è la benzina del nostro cuore e l’olio delle nostre membra.
Spesso di fronte alle difficoltà ci sentiamo piccoli e sbagliati. Ma non esistono vite perfettamente giuste, né totalmente sbagliate. Magari ognuno di noi vorrebbe accorciare il percorso che porta al raggiungimento di un obiettivo, e vorremmo certamente abolire i tratti scoscesi, le curve, le salite, ma forse eliminando questi ostacoli perderemmo gli incontri fatti per “caso”, che poi per caso non sono mai, quegli incontri che ci erano necessari, di cui non puoi e non vuoi più farne a meno e che diventano quasi indispensabili.
La cosa peggiore di quando si è tristi è sapere che l’unica persona in grado di aiutarti è la stessa a farti soffrire…
Vivo per quel briciolo di follia colma di brillantezza intrinseca, imbevuta da una sana vena di sarcasmo, in modo da sbilanciare il pessimismo cronico, dall’ottimismo senza limiti, creando un conflitto d’interessi, che a volte mi porterà verso il lato positivo e altre verso quello negativo, ma che non si fermerà mai nel mezzo, non sarò mai neutro. Il mezzo, è solo per chi s’accontenta.
Esistono sconfinate praterie emotive invisibili agli occhi dell’insensibile.
Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di strappare un buon lavoro che a sua volta mi consenta di strappare abbastanza soldi per strappare un qualche cavolo di serenità tutta guerreggiata e ferita e massacrata dagli sforzi inauditi per raggiungerla. E allora perché dovrei sacrificare i momenti di serenità che mi vengono spontaneamente lungo la strada?