Mariella Buscemi – Paura & Coraggio
Spesso, non si batte in ritirata per mancanza di coraggio, ma per la mancanza di coraggio degli altri.
Spesso, non si batte in ritirata per mancanza di coraggio, ma per la mancanza di coraggio degli altri.
Quando le persone confermano la brutta opinione che hai sul loro conto, non sai mai se essere doppiamente triste per la conferma o complimentarti con te stesso, stringendoti la mano compiaciuta, per averci azzeccato di nuovo.
Sentirsi soli, abbandonati, indifesi… è paura.
La finiamo con gli eccessi e gli struggimenti d’animo? Iniziamo a vedere le cose nane per come sono e non lasciandoci ammaliare ed anestetizzare dalle ombre riflesse nelle caverne del nostro cuore? Ho sempre creduto che se riuscissimo a catturare le impressioni, prima che con gli occhi, con il naso e le mani, le sensazioni che ne avremmo tratto sarebbero state complesse, ma nell’ordine del reale; gli occhi sono soggetti a troppi giochi di luce per dirsi obiettivi, come quando sei fuori, esposto troppo a lungo al sole, poi, entri a casa e vedi il sole dappertutto. Funziona più o meno così.
Come le parole che non ho mai detto, come un treno che non ho mai preso, come quelle emozioni mai vissute fino in fondo, qualcosa che ho assaggiato, ma non è stato possibile gustare pienamente. Vita a metà tra attesa, giudizio e timore, tra “oggi no”, “non ancora”, “dopo”, “c’è tempo” e quel tempo non arriva mai o passa troppo in fretta e non ti trova. Appuntamenti dimenticati, rinviati, incontri mancati, disdetti, ti senti inghiottire da una clessidra e soffocare dalla sua sabbia. E sei su, ti capovolgono e finisci giù, i granelli appiccicati dappertutto, sporca, indecente e neppure presentabile; indovina un po’? Mi toccherà dir di no anche stavolta!
Ti porgo verità nuove, eludendo ogni pesantezza spuria, retaggio d’anelli a trama stretta che ci tenne prigionieri. Con polpastrelli tremuli, levigati, t’accompagno il mento a volgere il volto e staglio il tuo profilo di tre quarti su questo nero che c’ammanta le anime duellanti, come spadaccini che non vogliono ferirsi. La mia pelle è maieutica del tuo piacere mentre intingi pennelli colorati nella mia tela glabra.
Oggi siamo esploratori di un continente ignoto, non sappiamo fino a dove si estende, non sappiamo cosa ci troveremo di fronte, ma abbiamo delle certezze: il cammino è ancora lungo, il campo base è alle spalle, abbiamo lasciato lì le nostre paure, vogliamo andare avanti… fino all’Eldorado.