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Mariella Buscemi – Stati d’Animo

Fatta di fiori e rami, ché la carne mi cade per strada a brandelli sotto i colpi della vita. Sono la mia natura selvaggia, la mia soglia matrigna, l’indisponente, l’odiato, lo scherno, l’invidia per braccia e gambe che gesticolano e camminano normalmente. Ho le stampelle attaccate agli occhi per non cadere difronte alle immagini mentali che proiettano ricordi e li introiettano ancor più, relegandoli su un letto antidecubito, ché troppe volte mi hanno lacerato, aprendo le piaghe nella membrana sottilissima di emozioni e memoria. Profumo d’essenza di fiori di loto e ninfee sul pelo d’acqua di stagno che genera muschio sulle pareti umide di archetipi immaginifici, astratti, confusi.

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    Mi sento come l’aereo, che è precipitato. Distrutta. Mi sento come il deserto, che è monotono. Noiosa. Mi sento come il pilota, che è lì da solo. Disperata. Mi sento come l’elefante, che è stato mangiato dal serpente. Inghiottita. Mi sento come il bambino, che non viene preso sul serio dagli adulti. Incompresa. Mi sento come la pecora, che è stata disegnata nella scatola. Imprigionata. Mi sento come il pianeta, che è lontano. Piccola. Mi sento come il tramonto del sole, che è diventato abitudine. Senza valore. Mi sento come il baobab, che è un pericolo. Indesiderata. Mi sento come il vulcano, che sta per esplodere. Impaziente. Mi sento come il re, che si aspetta troppo. Delusa. Mi sento come il vanitoso, che vorrebbe essere ammirato. Insoddisfatta. Mi sento come l’ubriacone, che beve per dimenticare. Dipendente. Mi sento come l’uomo che accende i lampioni, oppresso dalla consegna. Schiacciata. Mi sento come il geografo, che vuol capire tutto ciò che esiste. Ignara. Ma sono anche il fiore, che ama il Piccolo Principe. Sono anche il Piccolo Principe, che vuole addomesticare la volpe. Sono la volpe, che riesce a fidarsi di qualcuno, costi quel che costi. E di me si deve prendere tutto, quello che sono e quello che non sono. Ma ho una paura dannata del morso del serpente.

  • Silvia Nelli – Stati d’Animo

    Se la vita è una sola allora vedi di viverla al meglio. Non importa quante volte cadi, non conta quanto schifo tu incontri e non contano nemmeno tutte quelle vocine che ti parlano alle spalle! Conti tu e soltanto tu! Conta chi sei, cosa porti dentro e l’intenzione che hai di farcela. Conta che la vita spesso da dei durissimi colpi, ma quello che importa è che tu impari ad incassare e se pur con le lacrime agli occhi tu non indietreggi mai… avanti! Sempre e solo avanti!

  • Mariella Buscemi – Vita

    Se ti rompi un braccio o ti becchi una pallottola, allora sei posto sotto l’attenzione dei più, ma se qualcuno, in maniera più subdola ed esperta, tattica e malvagia usa altre armi, non ne parla nessuno. È ben poca cosa perdere il gusto nel vivere la vita, vero? È ben poca cosa pensare e ripensare alla possibilità di suicidarsi perché sono stati tanto abili con te da disseminare un senso di apatia, inettitudine, dolore. È ben poca cosa essere abbandonate e rimanere vedove di un compagno che si ama, orfane di un padre che avremmo voluto ci proteggesse, con il grembo vuoto di un figlio che avremmo voluto mettere al mondo e donargli come atto supremo del nostro amore nei suoi confronti. È ben poca cosa aggirarsi come uno zombie per mesi ed anni lì fuori, dove ti guardano tutti dall’alto in basso e non riuscire neppure a farsi sfiorare da qualcuno: tutto ti sembra un abuso quando hai molto sofferto!

  • Claudio Visconti De Padua – Stati d’Animo

    Sembra che tutto fili liscio, Salute, lavoro. Sembra che io viva senza problemi, invece no la mia anima urla e nessuno ascolta! Il cuore in frantumi come un muro dalle crepe sanguinanti. Perché in realtà molti credono che i sintomi dell’amore sono cosa di poco conto, che idioti! Se hai la febbre diranno che è solo influenza, ma se non mangi, non dormi, sei irrequieto con l’umore in continuo subbuglio, nessuno sarà capace di diagnosticarti il piacevole male dell’amore. Allora continui ad amare in silenzio amalgamando gioia e dolore piacere e sofferenza e comprendi che non c’è malattia più bella al mondo dolce e amara e che vuol essere sofferta.