Mariella Buscemi – Stati d’Animo
M’asciugo le parole che cadono dagli occhi. Come figlie, mi pèrdono. Sono allo stadio terminale del pensiero.
M’asciugo le parole che cadono dagli occhi. Come figlie, mi pèrdono. Sono allo stadio terminale del pensiero.
Sono stufa di stupirmi delle persone, dei loro comportamenti, dei loro atteggiamenti, delle loro parole; voglio stupirmi delle cose belle, dei tramonti, delle stelle, dei sorrisi, dei piccoli gesti, della semplicità.
Vorrei trovare un altro ragazzo che abbia la tua simpatia, la tua allegria, la tua spontaneità, il tuo modo di fare… ma trovare un altro significa che tu non ci sei e questo mi spezza il cuore.
Mi vesto di quelle che vengono definite stranezze. Ho le cerniere in pieno volto per aprire e chiudere sorrisi. Ho i lacci di un corsetto costrittivo sempre ben stringati sul petto per non lasciar uscire cuore a sproposito. Il mio cuore è a sproposito. È uno sproposito spropositato. Sproporzionato, sprangato e con la chiave lasciata da dentro, nella serratura, per impedire ogni tipo di incursione maldestra. Verresti mai a rubare a casa del ladro? E se il padrone di casa avesse saputo a che ora fosse arrivato il ladro, avrebbe lasciato l’uscio di casa incustodito? E non prendiamocela col ladro, ma col padrone! Ho le cerniere che vogliono essere oleate. Ho i nodi nel lacci.
Dopo il buio del sonno, è la luce e l’allegria dei colori a risvegliare lo spirito.
Le voci corrono, distorte, in un mare di parole.
Eccolo, il crepuscolo. La luce che prende il posto all’oscurità. E io sono qui, che aspetto. Aspetto che il buio vada via, che il primo raggio di sole illumini completamente questo cielo, che sia finalmente l’inizio di un nuovo giorno, un nuovo giorno da accogliere con un sorriso. Perché ci sono, sono qui. C’è vita, dentro di me e ovunque intorno a me.