Mariella Buscemi – Viaggi e vacanze
Non è partire, è fuggire con la valigia disordinata, un aereo al posto delle scarpe ed i chilometri nella testa.
Non è partire, è fuggire con la valigia disordinata, un aereo al posto delle scarpe ed i chilometri nella testa.
Io penso che è quando non si capisce più dove si sta di casa che, in realtà, abbiamo tutte le risposte, semplicemente, sono risposte che non ci aspettavamo di maturare e di nutrire, sono quelle che ci scombinano piani e convinzioni che erano state costruite ad hoc per creare un’impalcatura rassicurante. Non vale la pena salvarci dalle stesse, come a porci in evitamento difensivo, negandole, disconfermandoci a nostra volta. Accettiamole e facciamoci i conti, piuttosto.
Per i grandi sognatori la realtà è sempre troppo angusta ed asfissiante.
La domenica è il giorno ideale per gustare con calma e serenità ciò che abbiamo. Una cosa che tutti noi abbiamo specialmente la domenica è il tempo. Allora prendiamo a cuore ogni momento che viviamo e valorizziamolo di più. C’è chi dedica il tempo della domenica andando a messa e ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, anche il cibo spirituale è necessario alla vita dell’anima. C’è chi con l’arrivo del primo caldo preferisce uscire e dedicarsi alla natura passando la giornata in campagna e assaporando le prime grigliate all’aperto, chi ai laghi o al mare. L’importante è dedicare questa giornata a qualcosa di speciale, che non riesci mai a fare durante la settimana. Concediti questo giorno e fallo speciale, coccola te stesso. Prenditi un meritato riposo, tira un bel respiro e goditi un po’ di pace e di serenità.
Quando passi con le dita scoppiano anche le vene, e io che ti chiedevo d’usarmi la pelle come i cristalli.
Il viaggiatore che ama la bellezza dei luoghi e cerca la purezza delle “origini” ha sempre una meta, ma colui che viaggia per cercare se stesso non conosce mai la destinazione…Qualsiasi altro motivo di viaggio è solo merda preconfezionata per beceri turisti!
Ho un digiuno che m’arriva alle ossa quando più mi nutri di mancanza, per morire…