Marina Iacopino – Filosofia
Ciò che mi sconvolge non è questo vuoto che ho dentro, ma la consapevolezza che potrebbe farmi compagnia per sempre.
Ciò che mi sconvolge non è questo vuoto che ho dentro, ma la consapevolezza che potrebbe farmi compagnia per sempre.
Il filosofo si riconosce dall’avere inseparabilmente il gusto dell’evidenza e il senso dell’ambiguità.
L’essere è sé. Ciò significa che non è né attività né passività. Non si può tuttavia dirlo “immanente a se stesso”, perché l’immanenza è sempre un rapporto a se stesso. Ma l’essere non è rapporto a se stesso, è invece se stesso. Riassumeremo tutto questo dicendo che l’essere è in sé.Che l’essere sia in sé significa che esso non rinvia a sé, come fa la coscienza di sé: questo sé esso lo è. In realtà, l’essere è opaco a se stesso e lo è perché è pieno di se stesso. È ciò che diremo meglio affermando che l’essere è ciò che è.L’essere è, l’essere è in sé, l’essere è ciò che è. Ecco i tre caratteri che l’esame provvisorio del fenomeno d’essere ci permette di attribuire all’essere del fenomeno.
La felicità è un traguardo temporaneo della persona perché prima o poi la tristezza tornerà sul viso e tutto si ripeterà da capo.
Talvolta ci sono verità a cui non crediamo perché sembrano assurde e finiamo col credere a cose assurde che sembrano verità.
Prima del mutabile futuro v’è l’importante nascere del presente dall’irreversibile passato.
La felicità è di chi sa aspettare in eterno.