Marzia Pellegrino – Anima
C’è che quando ti vedo le farfalle allo stomaco iniziano a divorarmi l’anima.
C’è che quando ti vedo le farfalle allo stomaco iniziano a divorarmi l’anima.
Quel vulcano di emozioni che implodeva nell’anima, solo a vederla!
Immaginarsi in volo, ecco cosa si fa quando non riesci nemmeno a respirare. Ecco cosa si fa quando ti accorgi che sta arrivando.Perché non ti abitui mai, non sai nemmeno tu come ti senti e sono inutili i pianti e le lacrime e allora voli, come una piccola farfalla in cerca del suo fiore sul quale posarsi. E quella sensazione rimane come una impronta sull’anima, un ricordo di una emozione lacerata.
Inspiegabile. La verità è che non so nemmeno capire cosa mi è successo.Un anno passa in fretta, sai? Eppure, quando lo vivi nella sofferenza, anche i secondi sembrano infiniti. Ho spinto fino alla nausea il tempo, affinché passasse in fretta. E invece ho vissuto 9 mesi di totale sconforto.E poi sei arrivato tu. Non so come, ma hai fatto in fretta a stravolgermi la vita.Hai rimosso quel sentimento dentro me, prima che mi uccidesse. È davvero inspiegabile!È come se mi fossi svegliata un giorno e quell’amore non c’era, mi sentivo libera, leggera. Vivevo di nuovo, finalmente.E poi? Sembrava essere il replay dell’esperienza precedente. Mi svegliavo le mattine col sorriso, spinta dal fatto che t’avrei parlato, sentito, e magari anche visto. E stavo bene, ero felice.Ed ecco un’altra catastrofe! È svanito tutto in un secondo.Come se tutto ciò che c’è stato tra di non fosse solo una parentesi, un pezzo di puzzle delle nostre vite inserito al posto giusto, ma con gli altri mancanti. Ed è stato questo forse che ha spento tutto. Quel pezzo era lì, solo, spaesato, e privo di significato.Ma sai qual è la cosa più strana, e credo anche la più bella? Io sono felice così.
La notte è il richiamo dell’anima, si apre la porta nel cielo, vola libera nella…
La coscienza di un’anima é proporzionata al numero di verità che può sopportare.
Piuttosto che seguire i luoghi comuni, sono più incline a frequentare quei posti mai attraversati, i più nascosti e riservati, quelli dell’anima.