Massimo Cavezzali – Amico
Solo io ti conosco, e quando dico: solo io ti conosco, intendo dire: ho capito che non so chi sei.
Solo io ti conosco, e quando dico: solo io ti conosco, intendo dire: ho capito che non so chi sei.
Quando non c’è più rimedio è inutile addolorarsi, perché si vede ormai il peggio che prima era attaccato alla speranza. Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali. Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa. Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro, ma chi piange per un dolore vano, ruba qualcosa a se stesso.
Anche un ramoscello di pungitopo raccolto da un amico con il cuore, può risvegliare in te la magia del Natale.
A tutti i Giuda di questo mondo, l’unica vera domanda che si può chiedere: “Ma perché continui a tradirmi?”.Rimanendo sorpresi dalla probabile risposta. Del Giuda di turno, l’unico commento gentile che si può esprimere:”Ma io sono sempre io, sei tu che sei diventato un Giuda!”
Posso perdonare un amico che sparisce, solo se è morto.
È soprattutto la sera che qualche amico ci manca. Non quelli che non ci sono più, loro vivono nel cuore, ma quelli che senza un motivo hanno scelto di non esserci più.
Chi vuol conservare un amico, osservi queste tre cose: l’onori in presenza, lo lodi in assenza, e l’aiuti nei bisogni.