Megan Zanin – Stati d’Animo
Era bello guardarla quando si vestiva di sorrisi, ma nessuno vedeva che allora, proprio allora, aveva il cuore gonfio di lacrime.
Era bello guardarla quando si vestiva di sorrisi, ma nessuno vedeva che allora, proprio allora, aveva il cuore gonfio di lacrime.
Non c’è dolore più grande di sentire una profonda e feroce solitudine, anche se ti trovi immerso in una interminabile folla. Non c’è dolore più grande di cercare tra quella folla il perché del tuo continuo vagare tra i come e i se tra mille incertezze a cui non sai dare risposta. Non c’è dolore più grande della dolorosa consapevolezza che ci sei, ma non più per me.
Mi piaccio così come sono, con i miei pregi e i miei difetti, e non devo provare niente a nessuno.
Riflettevo sul fatto che ci divertiamo un po’ troppo ad essere i Dottor Frankenstein della situazione. Ci teniamo più persone, facendo dell’abuso di numero e quantità, il suppletivo per sopperire alla scarsezza di qualità, per la nostra eterna indecisione, o per la passione sconsiderata per le scarpe che ci invita a calzare i nostri teneri piedini in più babbucce contemporaneamente. Ci teniamo il visino angelicato di uno, il saperci fare dell’altro, l’istinto animale dell’altro ancora, il sorriso del lattaio, la simpatia del fruttivendolo, le rime baciate del poeta. Il corpo di uno e l’intelligenza dell’altro ancora. Tanti pezzi di puzzle, tessere di un mosaico d’un quadro variopinto.
Perché la gente ha pudore, quasi timore della cosa più naturale al mondo, essere se stessa? Come se io avessi vergogna di respirare, di camminare, di vedere. Si vive con tutti quegli abbracci mancati, quegli sguardi deviati, quelle parole abortite in gola, quei vaffanculo smorzati tra i denti. Se imparassimo a svestirci dell’opinione altrui indossando il cuore, vivremmo la nostra vera vita, non quella che per inerzia abbiamo creduto di vivere finora.
Sono certa che che prima o poi tutto torni al suo posto. Sono certa che prima o poi ognuno avrà servito su un piatto d’argento ciò che merita. Sono certa che il tempo sistema molte cose, molte le toglie e altre finalmente le regala. Sono certa che smettere di “credere” non sia la strada più giusta, ma perseverare nella convinzione che ci meritiamo il “meglio” sia la cosa migliore.
D’ora in poi sceglierò me stessa, sceglierò la mia tranquillità e la mia felicità.