Megan Zanin – Stati d’Animo
Amo le prime luci dell’alba, quando tutto tace e respiro un po’ di me.
Amo le prime luci dell’alba, quando tutto tace e respiro un po’ di me.
Ho sentito milioni di parole ma ho preferito ascoltare il cuore di chi stava in silenzio.
Erano sottili e ben strani, pensava, i collegamenti che si potevano stabilire tra cose in apparenza non connesse: dipinti, parole, ricordi, orrore. Sembrava che tutto il caos del mondo, disseminato in qualche modo sulla Terra dal capriccio di dèi ubriachi o imbecilli – una spiegazione valeva l’altra – o di spietate fatalità, potesse vedersi di colpo ordinato, trasformato in un insieme dalle proporzioni precise, sotto la chiave di un’immagine inaspettata, una parola detta per caso, un sentimento, un quadro contemplato insieme ad una donna morta dieci anni prima, ricordato adesso e ridipinto alla luce di una biografia diversa da quella di chi l’aveva concepito. Di uno sguardo che forse lo arricchiva e lo spiegava.
Solitudine: quello che lasciano le delusioni.
Capita a tutti di sentirsi stupidi davanti a così tanta sicurezza, capita a tutti di scambiarla per intelligenza. Soprattutto a chi sicuro non è.
Ti do le mie cicatrici e le mie ferite che ancora non sono guarite, ti do i miei pensieri che sono peggiori di ieri.
Ci sono persone che non meritano la tua rabbia, lasciale annegare nel mare dell’indifferenza.