Megan Zanin – Stati d’Animo
Amo le prime luci dell’alba, quando tutto tace e respiro un po’ di me.
Amo le prime luci dell’alba, quando tutto tace e respiro un po’ di me.
L’omerico Ulisse: come lui, mi ero rifugiato in una (provvisoria) sicurezza, potendo dire di essere Nessuno.
Seduto su questa panca con l’ansia che bolle nel petto, le lancette volteggiano e danzano un tango funesto.
Il vento le scivolava addosso, mentre lei se ne andava, con il sole tra i capelli.
Sono in balia della feccia del pianeta, della peggio gente, e passo tra di loro la maggior parte del mio tempo, do relazione alle merde, permetto a chiunque di importunarmi, basta che abbia la roba, e un tempo, ero così schizzinoso.
Sono la lontananza, sono la corsa di un bambino verso sua mamma sono in un sogno antico, sono nella pancia di un lupo e non voglio assolutamente pensare a niente se non alla luce che arriva quando mi apri le parole addosso e non voglio fare nulla se non principalmente galleggiare nello scrigno in plasma di una nebulosa che si prepara a vivere il riflesso di tutto ciò che resta. Ancora per pochissimo; circa dieci miliardi di anni.
Avvertì la necessità di allontanarsi per un po’, di capire ciò che stava succedendo, di lottare contro il fortissimo desiderio di far ritorno a casa, di fuggire da lì, prima che la delusione permeasse tutto quello in cui aveva creduto per quasi un anno.