Mencio (Meng Zu) – Destino
Ciò che arriva senza essere chiamato è il destino.
Ciò che arriva senza essere chiamato è il destino.
Per quanto differenti appaiano i destini, una certa compensazione di mali e di beni li rende tutti uguali.
Fuggirà il lupo domani verso i tetri panni della paura e rosso più che mai rinascerà di primo acchito il corvo per ornare il bastone del capo tribù.
No, non c’è futuro. Il futuro è una scatola vuota in cui metti tutte le tue illusioni.
Arriva come una alta marea, come un uragano, travolta da un mare in tempesta, soccorrimi, non trovo più, la mia piccola barca, che ormai è li che aspetta, magari affonderà, o la ritroverò. Sei la mia tempesta, il mio desiderio costante, avvolgimi vuoto, tu mi se stato amico, fratello, ed ora decidi di allontanarti, ma io non lascerò mai che tutto questo possa far cambiare radicalmente la mia vita, ho bisogno di capire, di sentire, non ti lascio vuoto, sei il mio unico punto di riferimento, dammi tempo, dammi tempo, affinché io possa un giorno, capire il senso, di tutto questo, ti prego dammi il tempo!
Il destino […] crederci significava non avere più paura degli anni, sapere che non importa come hai vissuto ma solo come andrà a finire la tua storia. Perché tutte le storie, anche le più piatte, possono regalare un grande finale. L’importante è non farsi intimorire dal presente né condizionare dagli altri.
Scruta sempre l’orizzonte. Solo coloro che non vogliono guardare non troveranno nuove “terre” da scoprire.