Michel Eyquem de Montaigne – Figli e bambini
I giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie.
I giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie.
I grandi sono troppo piccoli per poter capire.
Il padre e il professore erano tutt’e due scontenti di Sereza, e infatti il ragazzo studiava male. Ma non si poteva dire che fosse poco intelligente. Al contrario, era più intelligente di tutti quei ragazzi che il professore gli portava ad esempio. Ma non poteva imparare quel che gl’insegnavano perché nella sua anima c’erano bisogni differenti da quelli che supponevano i suoi maestri. Aveva nove anni, era ancora un bambino, ma conosceva la sua anima e la proteggeva come la palpebra protegge l’occhio, e non vi lascia entrare nessuno che non avesse la chiave dell’amore. I maestri si lamentavano che non volesse studiare, ma la sua anima era assetata di sapere. E imparava da Kapitonyc, dalla bambinaia, da Nadenka, da Vasilij, e non dai maestri.
Oggi ti arrabbi, quando ti dico “no”Domani, forse, comprenderaiche ti stavo solo amandoancora un altro po’…
Ho un valore immenso tra le mani. Un valore che ne denaro ne altro potranno mai comprare. È un valore enorme ma senza prezzo. Forse l’unico che non si compra, che non si raggiunge ne con strategie, ne con ipocrisia. Un valore che sazia e riempie il cuore, la vita e l’anima. Quel valore porta il nome di “Figlio”. Lui che con un solo piccolo gesto può sanare anche la peggiore delle ferite.
D’amore nutrito. Oh mamma, mai sazio sarò del tuo latte.
È inutile è proprio vero le sole donne che ti amano veramente sono le figlie e la Mamma.