Michelangelo Blanco – Filosofia
Perdere la memoria è perdere un po’ di fiducia in se stessi. Se si aggrava, il se stessi che conta non conta più.
Perdere la memoria è perdere un po’ di fiducia in se stessi. Se si aggrava, il se stessi che conta non conta più.
Come posso esserne sicura, potrei congetturare in base a falsi presupposti. In realtà questo non lo sto facendo io. La mia non è altro che una valutazione fisica, a differenza delle illusioni generate dal desiderio di potere, perché l’energia che un corpo sprigiona è uguale alla sua massa moltiplicata per il quadrato della velocità della luce. Se Dio ha commesso un errore di calcolo dell’essere, e quindi di previsione, valutando che questa energia immessa in tutto l’universo gli avrebbe raddoppiato l’energia, la vita, e la durata del tempo (augurandosi quasi che fosse maschera, un’apparenza e un vestito da lui generosamente donati, e quindi ben poco, gli sarebbe andata anche bene), questo sarebbe vero solo per un periodo. L’energia aggiunta alla luce che già c’era, insieme si consumeranno e annulleranno a vicenda, fino allo Zero. Quello che accadrà dopo per il momento è speculazione teorica, ma qualche segnale si potrebbe già intuire. E come pensa di evitare un risultato delle leggi matematiche cambiando e ribaltando l’apparenza, sperando che con una sorta di legge del contrario possa invertire il risultato? Una legge per domarle tutte? Non è il suo campo, non riuscirebbe a farlo neanche dopo tutto lo spirito che si è ingurgitato. Come si sogna di cambiare adesso (tardi) gli effetti, se prima non aveva pensato di frenare la causa?
I voli più alti si fanno dalla cima del cervello.
Il meglio può anche essere un nemico del bene, ma la perfezione è sicuramente un nemico mortale di entrambi.
Droga è tutto ciò che ci arreca danno e di cui non riusciamo a liberarci.
Sul mio epitaffio scriveranno: Non ha mai imparato a crescere ma ha trascorso la vita ad imparare a vivere a modo suo.
Il passato conserva, il futuro è presente come aspettazione, il presente è come distendersi dell’anima nel passato e nel futuro.