Michelangelo Da Pisa – Poesia
La parola è un gradevole, quanto inutile, incastro di consonanti e vocali se non prende vita in un gesto. Chiacchierate all’infinito, tanto alla persuasione del dire, prediligo di gran lunga l’ardire del fare.
La parola è un gradevole, quanto inutile, incastro di consonanti e vocali se non prende vita in un gesto. Chiacchierate all’infinito, tanto alla persuasione del dire, prediligo di gran lunga l’ardire del fare.
Nei miei sogni mi ci immergo interamente con la zavorra dell’entusiasmo, ho fiato in apnea, ho cuore per crederci ancora.
Ci sono concessi solo ottantaseimilaquattrocento secondi in un giorno e ognuno è unico e irripetibile, ma sono alla continua ricerca di quel secondo che valga la mia intera vita, che non sia secondo a nessun altro.
Egocentrico e alternativo sono quasi sempre due affluenti del ridicolo.
Non cambierò mai, mi piaccio così come sogno.
Quei lenzuoli appesi dagli innamorati sui ponti, lacerati dal vento, umiliati dalla pioggia, derisi dal tempo, ma sono lì, tra ruggine e ingenuità e resistono, forse anche oltre il sentimento che rappresentano.
Le parole di una poesia non hanno un significato preciso. Volano come libellule e si fermano nell’aria, ronzano e ti raspano sul petto. Cercano la strada per entrare, come palle di cannone dentro un buco troppo stretto.