Michelangelo Da Pisa – Poesia
Il poeta arpeggia con le parole leggendo lo spartito dell’animo.
Il poeta arpeggia con le parole leggendo lo spartito dell’animo.
Poggiò il palmo della sua mano sul mio, una scarica di infinito attraversò la mia pelle, io mero conduttore del suo calore, satellite orbitante del suo respiro. Per la prima volta nella mia vita ero vivo.
Cosa c’è di sociale nell’essere in una stanza disordinata, col viso illuminato da un monitor, mentre una fugace cena si sbriciola sulla tastiera? Che cazzo c’è di sociale nel comunicare la propria solitudine a centinaia di persone?
È sei li fermo immobile a fissare cose mai ferme,e cosi all’improvviso, lei viene,e li, che sale, fino alla tua testati prende, fa rumore, inizia a darti fastidio, esplode, percepisci persino la sua voce,e poisvaniscecosi com è venuta, all’improvvisoe ti accorgi che altro non è che la tua pazzia.
Ho viaggiato così tanto con la mente, sono andato così oltre con i miei sogni che se mi voltassi indietro vedrei il mio futuro.
Ma cos’è la poesia? Molti cercano dare una risposta, spiegando e traspiegando, vogliano giustificarla, vogliano inventarla, vogliano dire qualcosa mai detta, mai provata… no, la poesia è priva di tutto questo, è molto più semplice, la poesia è luce e noi si raggiunge e continuiamo un pezzo di cammino insieme, e poi noi proseguiamo il nostro cammino sulla terra e la poesia s’alza nell’infinito…
L’uomo dovrebbe avere solo due armi: musica e poesia.