Michelangelo Da Pisa – Stati d’Animo
La sensibilità è una condanna, ma ti consente di cogliere milioni di colori in un viaggio in bianco e nero.
La sensibilità è una condanna, ma ti consente di cogliere milioni di colori in un viaggio in bianco e nero.
Nella morte non c’è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. Mandano giù Dio senza pensare, mandano giù la patria senza pensare. Dopo un po’ dimenticano anche come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello imbottito di ovatta. Sono brutti, parlano male, camminano male. Gli suoni la grande musica dei secoli ma loro non sentono. Per molti la morte è una formalità. C’è rimasto ben poco che possa morire.
Alla ricerca del tempo perduto per ottimizzare quello futuro.
La bellezza delle cose semplici, la grandezza di esse è qualcosa che in pochi sanno vedere, apprezzare e sentire. Ci sono gesti, parole e azioni che se fatte con il cuore lasciano un segno certo ed indelebile nella vita di molti di noi.
Anche dopo anni, alcune cose, belle o brutte che siano, alimenteranno in noi sempre determinate emozioni. Anche dopo anni, abbiamo le stesse domande cagionanti alle quali ancora non sappiamo rispondere.
L’essere umano è un opera d’arte vivente, il suo corpo è meccanicamente perfetto. È straordinaria la funzionalità del suo organismo, tanto quanto il ragionamento e le idee che ne derivano. Ma ciò che è più spettacolare, è il modo in cui prova emozioni e sentimenti così vasti, così intensi, a volte così tanto contrastanti da far rabbrividire.
“Non voglio incasinarti, Dee Dee”, dissi. “Non sono sempre gentile con le donne”. “Ma ti ho detto che ti amo”. “Non farlo. Non amarmi”. “Va bene”, disse lei. “Allora non ti amo, ti amerò solo un pochino. Va bene così?”. “Molto meglio”.