Michelangelo Da Pisa – Tempi Moderni
Ciò che più temo non sono i venditori di illusioni, ma la loro assidua clientela.
Ciò che più temo non sono i venditori di illusioni, ma la loro assidua clientela.
Questa è l’era in cui la tecnologia dà respiro agli ossimori. Uomini sempre meno umani e sempre più umanoidi che comunicano con loro simili rinchiusi nei propri impenetrabili feudi, soprattutto mentali, schiavi di dispositivi elettronici, ormai infallibili surrogati degli occhi. Al silenzio della comunicazione non sarebbe preferibile la comunicazione del silenzio?
Non importa quanto tempo trascorra sulla pelle, quanto cielo divida i corpi, ci sono occhi che restano accoglienti come il primo giorno in cui ti diedero rifugio e realizzi che la serenità è in quel preciso luogo in cui l’avevi incautamente dimenticata.
Tutto è connesso con tutto. Noi conosciamo tutto. Invero ignoriamo la natura delle connessioni.
Cosa me ne faccio del tempo senza amore, io che ambisco a un amore senza tempo?
Fai conto di essere una stazione, un luogo di abbracci e strette di mano, di addii e arrivederci, di treni persi, presi e sognati, di attese e corse, di lacrime e sorrisi, di speranze e rimpianti. Fai conto di essere di una stazione, un punto di partenza per alcuni, di transito per i più, un punto di arrivo per pochi.
Quando ti lasci dietro quella porta, la tentazione di lasciarla socchiusa è forte, quel desiderio di un ritorno travestito di masochismo e ingenuità, quello spiraglio di luce, così minuscolo, ti lacera i pensieri, li contorce e li umilia. Ho capito che quando ti volti a guardarla, devi trovare il coraggio di spingerla un po’ più in là, gettare la chiave nei solchi del passato e iniziare a camminare, senza paure, claudicante ma fiero, senza meta.