Michele Cavaliere – Viaggi e vacanze
Se la vita è un viaggio, Dio è un Tour Operator?
Se la vita è un viaggio, Dio è un Tour Operator?
I pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata.
Sarò anche strano, ma di un viaggio apprezzo maggiormente le soste inattese lungo il tragitto, le fermate improvvise, perché un dettaglio ti solletica la vista e la meta diventa quasi un dettaglio trascurabile.
Tanto eran fitti gli alberi che non si vedeva altra cosa se non la terra dove poggiavamo i piedi e porzioni di cielo alzando lo sguardo, alberi così alti che, arrampicandosi fin sulla cima, non si udiva dove una pietra cadesse.
Più giro il mondo e meno mi piace.
Era un aereo talmente vecchio che al momento del decollo un dirottatore si è alzato in piedi e armi alla mano ha preteso di scendere subito.
Viaggiare sentendosi sempre, nello stesso momento, nell’ignoto e a casa, ma sapendo di non avere, di non possedere una casa. Chi viaggia è sempre un randagio, uno straniero, un ospite; dorme in stanze che prima e dopo di lui albergano sconosciuti, non possiede il guanciale su cui posa il capo né il tetto che lo ripara. E così comprende che non si può mai veramente possedere una casa, uno spazio ritagliato nell’infinito dell’universo, ma solo sostarvi, per una notte o per tutta la vita, con rispetto e gratitudine.