Michele Gentile – Poesia
Affida al cielo le tue preghiere, ai mari la tua poesia e alla terra i tuoi rimpianti.
Affida al cielo le tue preghiere, ai mari la tua poesia e alla terra i tuoi rimpianti.
Siamo tutti poeti, peccato che l’inchiostro è della penna di qualcun altro.
Ho giurato eterna fedeltà all’aurora.
Ci sono persone destinate a migliorarci e a darci quella sensazione di benessere quando stiamo con loro. Non è amore, non è nemmeno amicizia ma si può chiamare poesia.
In fin dei conti siamo lettere in viaggio, indelebile inchiostro di cuore su pagine d’eternità.
Siamo fatti di visi, di storie di “fattene una ragione”, siamo fatti di ciò che perdiamo e di quello che ancora non abbiamo trovato.
Il poeta vive nel mondo “reale”. Lo si teme perché mette l’uomo col naso nelle sue caccole. L’idealismo umano cede di fronte alla sua probità, alla sua inattualità (la vera attualità), al suo realismo che la gente considera pessimismo, al suo ordine che chiama anarchia. Il poeta è antiprotocollare. Si è creduto per molto tempo che fosse il capo del protocollo della inesattezza. Il giorno in cui il pubblico ha capito quello che era veramente, lo ha temuto.