Michele Gentile – Stati d’Animo
Ho avuto modo di conoscere alcuni mendicanti, il loro mondo. Le assicuro, signor Corelli, che sono persone meravigliose, i veri poeti della vita!
Ho avuto modo di conoscere alcuni mendicanti, il loro mondo. Le assicuro, signor Corelli, che sono persone meravigliose, i veri poeti della vita!
Non pretendo mille belle parole. In fondo, ciò che cerco è il calore di uno sguardo, che sappia attraversarmi l’anima.
Non temo il dolore quanto il divenire insensibile ad esso.
Appartenersi significa “esserci” oltre il tempo, oltre l’orgoglio e soprattutto oltre le parole.
Forse è il mio cervello che lavora troppo freneticamente, forse sono solo io che penso che dietro a un pensiero ci possano essere mille sotterfugi, forse è solo un pensiero…
In ognuno di noi esiste una parte sana, senza nei, pulita e una malata. Basta localizzarle, avere intuito, l’una tenta sull’altra il sopravvento. Sono i globuli rossi e quelli bianchi, in principio in equilibrio perfetto. Entrambi sono guerrieri, combattenti, se uno cade l’altro è in ascesa. È una lotta senza quartiere per la sopravvivenza, non risparmia colpi, porta all’auto distruzione. Si definisce tormento. Per la legge della natura che regola le creature e che è spietata, la murena che sorprende il granchio poco astuto, è preda anch’essa, generandosi altre nascite infinite.
Sono convinta che l’infelicità per un verso e la gioia per l’altro verso, la gioia come adesione totale e pura alla bellezza perfetta, implicano entrambe la perdita dell’esistenza personale e sono quindi le due sole chiavi con cui si possa entrare nel paese puro, nel paese respirabile, nel paese del reale.