Michele Gentile – Stati d’Animo
Aveva i miei stessi occhi, il mio sorriso, la mia solitudine. Avevamo la stessa voglia di veder sorgere il sole. Era la notte.
Aveva i miei stessi occhi, il mio sorriso, la mia solitudine. Avevamo la stessa voglia di veder sorgere il sole. Era la notte.
Essere se stessi è un cammino lungo e tortuoso e spesso ci penalizza. Le persone non ti vogliono come sei, ma come farebbe piacere a loro che tu fossi.
Ci sono giorni in cui ti perdi negli angoli bui dei tuoi pensieri e cerchi una luce tra i tuoi silenzi e le mille parole inutili che ti rimbombano come un eco nella mente, ma c’è silenzio, quel silenzio che lo senti come un rumore che non va via.
Sono stanco di voltarmi e vedere ciò che ho lasciato dietro. Voglio guardare avanti e sperare di trovare.
E adesso non mi importa più, sono io, sono questa, sono così perché alla fine in me finalmente ci credo. Dopo essermi tanto “odiata” adesso mi scelgo. Mi scelgo come sono: mi faccio rapire dalle emozioni, sono capace di commuovermi e piangere per una parola o un gesto d’amore. Sorrido a quelle persone che mi hanno fatto del male perché la mia serenità le condanna al loro rimorso. Ho aperto la porta del mio cuore a chi ha saputo come bussare, chiusa invece a coloro che non hanno saputo apprezzare l’amore che vi ha trovato. Il mio cuore è spesso in tempesta ma sono riuscita a non farmi travolgere e resto in piedi.
Mai dolore fu così grande da aver il desiderio di chiudere gli occhi per sempre. Il dolore è un amico austero ma leale, verso il quale bisogna avere un grande rispetto.
Una lacrima e un sorriso sono due elementi instabili che a contatto si trasformano in antimateria emozionale.