Michele Sannino – Stati d’Animo
Il mare in tempesta come un tumulto dentro di me.
Il mare in tempesta come un tumulto dentro di me.
Ho imparato dalle mie cadute, dalle mie ginocchia sbucciate, dalle mie lacrime versate, che se non ci fossero state, non sarei quella che sono adesso. Quella che non vuole arrendersi, quella che ama la vita, quella che cerca nel miglior modo possibile di rendere i sui giorni, “semplicemente migliori di ieri”!
Felice di essere quella che sono, felice di essere criticata e giudicata. Si parla di ciò che colpisce, di ciò che resta, di ciò che infastidisce non di ciò che resta indifferente. Fiera di sentirmi come mi sento, orgogliosa di fronte al mondo ma soprattutto di fronte a me stessa che non sono perfetta ne santa, ma nemmeno “senz’anima”!
Ho imparato a non provare più emozione da quando quell’uomo allo specchio mi fece compassione.
Nemmeno io mi sopporterei, se non fossi obbligato a farlo.
Sarebbe facile dire meglio tristi che illusi. Ma tra i due mali penso che la scelta più giusta e coraggiosa e di restare soli e risparmiare ferite inutili.
Con gli occhi non si può mentire.
Ho imparato dalle mie cadute, dalle mie ginocchia sbucciate, dalle mie lacrime versate, che se non ci fossero state, non sarei quella che sono adesso. Quella che non vuole arrendersi, quella che ama la vita, quella che cerca nel miglior modo possibile di rendere i sui giorni, “semplicemente migliori di ieri”!
Felice di essere quella che sono, felice di essere criticata e giudicata. Si parla di ciò che colpisce, di ciò che resta, di ciò che infastidisce non di ciò che resta indifferente. Fiera di sentirmi come mi sento, orgogliosa di fronte al mondo ma soprattutto di fronte a me stessa che non sono perfetta ne santa, ma nemmeno “senz’anima”!
Ho imparato a non provare più emozione da quando quell’uomo allo specchio mi fece compassione.
Nemmeno io mi sopporterei, se non fossi obbligato a farlo.
Sarebbe facile dire meglio tristi che illusi. Ma tra i due mali penso che la scelta più giusta e coraggiosa e di restare soli e risparmiare ferite inutili.
Con gli occhi non si può mentire.
Ho imparato dalle mie cadute, dalle mie ginocchia sbucciate, dalle mie lacrime versate, che se non ci fossero state, non sarei quella che sono adesso. Quella che non vuole arrendersi, quella che ama la vita, quella che cerca nel miglior modo possibile di rendere i sui giorni, “semplicemente migliori di ieri”!
Felice di essere quella che sono, felice di essere criticata e giudicata. Si parla di ciò che colpisce, di ciò che resta, di ciò che infastidisce non di ciò che resta indifferente. Fiera di sentirmi come mi sento, orgogliosa di fronte al mondo ma soprattutto di fronte a me stessa che non sono perfetta ne santa, ma nemmeno “senz’anima”!
Ho imparato a non provare più emozione da quando quell’uomo allo specchio mi fece compassione.
Nemmeno io mi sopporterei, se non fossi obbligato a farlo.
Sarebbe facile dire meglio tristi che illusi. Ma tra i due mali penso che la scelta più giusta e coraggiosa e di restare soli e risparmiare ferite inutili.
Con gli occhi non si può mentire.