Miguel de Cervantes y Saavedra – Religione
Non possiamo essere tutti frati, e molte sono le vie per le quali Dio conduce i suoi prescelti al paradiso.
Non possiamo essere tutti frati, e molte sono le vie per le quali Dio conduce i suoi prescelti al paradiso.
E se Dio ci ha regalato il sole, non ostiniamoci a cercarlo dal lato sbagliato della collina.
Gli dèi esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha.
A ciascuno Dio ha concesso una certa misura di fede, cioè “una convinzione di cose invisibili”. Il pensiero può essere sano soltanto entro i limiti di questa fede, fuori dei quali diventa deforme.
Parlare di Dio, professarlo e venderlo come assoluta certezza, è così facile. Viverlo poi in quella candida dimensione del giusto, che è quella del perdono e della comprensione che abbiamo sempre professato e sentito, per taluni fedeli è pura utopia. La complessità di tutte quelle parole vendute come certezza, diventano carta straccia se non riusciamo ad esserne l’esempio.
Ogni giorno Dio mette alla prova le persone speciali, affinché questi trovino la forza in Lui di andare avanti!
La religione è una delle creazioni più antiche dell’uomo, che dopo aver risolto i problemi relativi alla sopravvivenza e aver “migliorato” la propria esistenza, complicandola, riflesse il proprio disorientamento e i timori conseguenti legati alla perdizione in uno spazio che appariva sconfinato, nella natura che lo circondava, che di conseguenza gli apparì disordinato e incomprensibile. Allora, nonostante l’uomo disponesse di mezzi primitivi che lo potevano agevolare nella comprensione del mondo, ebbe la necessità di trovare una spiegazione che fosse inconfutabile e immutabile nel tempo, in modo da consolidarsi ed essere considerata valida dalle generazioni che si sarebbero susseguite. L’unica spiegazione che poteva presentare caratteri assoluti, in un’epoca senza scienza fu la religione…