Nel lungo termine, le esperienze ottimali si sintetizzano in un senso di controllo, o meglio di partecipazione nella determinazione di ciò che si fa della propria vita: ed è questo tipo di esperienza ciò che noi siamo in grado di immaginare pensando al concetto di felicità.
L’imperfezione è genio, sregolatezza, felicità, follia, passione, libertà, amore, è vita! La perfezione non esiste, è impercettibile, incoerente, irraggiungibile, è utopia!
Per vivere felici occorre cercare di cambiare se stessi… non cercare di cambiare gli altri.
Non si è mai totalmente felici, perché quando abbiamo ciò che servirebbe per esserlo pretendiamo quello che non abbiamo.
La felicità non va ricercata nel cielo sempre sereno, ma nelle piccole cose con le quali costruiamo la vita.
I miei chili di troppo? Non mi piacciono ma li ho, li guardo, li minaccio ma non se ne vanno, allora li tollero e guardandomi allo specchio mi dico “dai, però sono bella dentro e sorrido ogni giorno” e da li mi rendo conto che non è necessario essere modelle per essere felici.
Bisogna raggiungere la felicità a turno, sennò ognuno sarà impegnato nella propria festa per poter anche partecipare a quella dell’altro.