Milly Galati – Stati d’Animo
La gente è stanca, penalizzata dalla vita e mutilata dall’amore.
La gente è stanca, penalizzata dalla vita e mutilata dall’amore.
Conoscerti è incontrare un’immagine senza tempo e senza passato, in un mondo sordo ai richiami che sembra riderne attraverso la mezza luna bugiarda di un cielo lucido di lacrime. La notte ti culla in una pennellata di blu e tu steso in contro alle stelle scaldi con un sorriso il vento impaziente che venga il sole. Trasportate dall’infinito cadono le ore sulle tue mani mascherando l’incertezza del nuovo giorno e le dita scivolano lente tra le corde, riflettono tra due accordi di silenzio, tremano poi dove forse tutto ha senso.
Quando il profumo di salsedine ti inebria l’animo tutte le guerre interiori cessano di esistere, è un armistizio tra i sensi.
È molto facile elargire consigli, esprimere giudizi quando non si vive il dolore sulla propria pelle, quando non ci ferisce, non ci lascia cicatrici, semplicisticamente ed egoisticamente si sottovalutano i problemi degli altri, si minimizzano. Tutt’altra storia, quando un problema ci riguarda da vicino, quando il dolore lo viviamo personalmente, quando le ferite ci lasciano cicatrici dell’anima profonde e dolenti.
E ti chiedi se tutto questo sia giusto, perché sia capitato propio a te, a te che hai dato tutto, che ti fidavi, che ci credevi, che continui disperatamente a volerci credere, a te che stanotte chiuderai gli occhi sperando di alzarti e scoprire con il nuovo giorno che tutto questo è stato solo un terribile incubo.
In questa vita affianco a me non voglio persone deboli, finirei per diventare debole anch’io.
Non è che sono diventata una donna di ghiaccio, fredda e priva di sentimenti. Semplicemente ho imparato a pararmi il culo.
Conoscerti è incontrare un’immagine senza tempo e senza passato, in un mondo sordo ai richiami che sembra riderne attraverso la mezza luna bugiarda di un cielo lucido di lacrime. La notte ti culla in una pennellata di blu e tu steso in contro alle stelle scaldi con un sorriso il vento impaziente che venga il sole. Trasportate dall’infinito cadono le ore sulle tue mani mascherando l’incertezza del nuovo giorno e le dita scivolano lente tra le corde, riflettono tra due accordi di silenzio, tremano poi dove forse tutto ha senso.
Quando il profumo di salsedine ti inebria l’animo tutte le guerre interiori cessano di esistere, è un armistizio tra i sensi.
È molto facile elargire consigli, esprimere giudizi quando non si vive il dolore sulla propria pelle, quando non ci ferisce, non ci lascia cicatrici, semplicisticamente ed egoisticamente si sottovalutano i problemi degli altri, si minimizzano. Tutt’altra storia, quando un problema ci riguarda da vicino, quando il dolore lo viviamo personalmente, quando le ferite ci lasciano cicatrici dell’anima profonde e dolenti.
E ti chiedi se tutto questo sia giusto, perché sia capitato propio a te, a te che hai dato tutto, che ti fidavi, che ci credevi, che continui disperatamente a volerci credere, a te che stanotte chiuderai gli occhi sperando di alzarti e scoprire con il nuovo giorno che tutto questo è stato solo un terribile incubo.
In questa vita affianco a me non voglio persone deboli, finirei per diventare debole anch’io.
Non è che sono diventata una donna di ghiaccio, fredda e priva di sentimenti. Semplicemente ho imparato a pararmi il culo.
Conoscerti è incontrare un’immagine senza tempo e senza passato, in un mondo sordo ai richiami che sembra riderne attraverso la mezza luna bugiarda di un cielo lucido di lacrime. La notte ti culla in una pennellata di blu e tu steso in contro alle stelle scaldi con un sorriso il vento impaziente che venga il sole. Trasportate dall’infinito cadono le ore sulle tue mani mascherando l’incertezza del nuovo giorno e le dita scivolano lente tra le corde, riflettono tra due accordi di silenzio, tremano poi dove forse tutto ha senso.
Quando il profumo di salsedine ti inebria l’animo tutte le guerre interiori cessano di esistere, è un armistizio tra i sensi.
È molto facile elargire consigli, esprimere giudizi quando non si vive il dolore sulla propria pelle, quando non ci ferisce, non ci lascia cicatrici, semplicisticamente ed egoisticamente si sottovalutano i problemi degli altri, si minimizzano. Tutt’altra storia, quando un problema ci riguarda da vicino, quando il dolore lo viviamo personalmente, quando le ferite ci lasciano cicatrici dell’anima profonde e dolenti.
E ti chiedi se tutto questo sia giusto, perché sia capitato propio a te, a te che hai dato tutto, che ti fidavi, che ci credevi, che continui disperatamente a volerci credere, a te che stanotte chiuderai gli occhi sperando di alzarti e scoprire con il nuovo giorno che tutto questo è stato solo un terribile incubo.
In questa vita affianco a me non voglio persone deboli, finirei per diventare debole anch’io.
Non è che sono diventata una donna di ghiaccio, fredda e priva di sentimenti. Semplicemente ho imparato a pararmi il culo.