Milly Galati – Stati d’Animo
La pietà non si dovrebbe provare per i morti è un sentimento che si dovrebbe provare per certi vivi.
La pietà non si dovrebbe provare per i morti è un sentimento che si dovrebbe provare per certi vivi.
Le cose che ho imparato dai miei mille perché. Che con la consapevolezza dei se e dei ma e dei però non si è costruito nulla, ma si è demolito la certezza di tutto. Che nei miei dubbi ho cercato di entrarci ed uscirci, perché entrandoci fossi capace di capire i miei sbagli. Che lo sbaglio non è mai di una singola persona, ma sta in ognuno di noi la colpa. Che si può essere neutrali, ma la neutralità va applicata su tutti. Che si può credere a qualcuno, ma si deve credere anche all’altro. Che dagli sbagli bisogna imparare e non solo giudicare. Che tutti siamo vittime e carnefici di ogni nostra azione. Che ad ogni azione corrisponde una reazione. Che essere buoni, non significa essere sceme. Che non si può condannare gli altri e nascondere quello che noi facciamo. Che credo alla buona fede ma che poi le azioni dimostrano quello che siamo. Ora fra dubbi, verità, bugie, nulla è come è ma continuo a sperare, credere, amare.
Al sorriso delle labbra non credo più. Ora lo cerco solo negli occhi: loro non mentono mai!
Gli opposti si attraggono, due teste, due cuori che interagiscono, spesso si scontrano, l’importante però è ritrovare la strada per ammettere i propri errori e chiedere scusa, recuperare i nostri errori. Confrontarsi e crescere insieme, perché dopotutto siamo un’unica anima e un unico cuore.
Ognuno di noi ha una visione diversa di un mondo perfetto.
Finché dura il pentimento, dura la colpa.
Mi sono fermata davanti ad uno specchio e mi sono chiesta “Ma tu cosa vuoi dalla vita?”, c’ho pensato un po’ e poi mi sono risposta “dalla vita niente, lei già mi ha dato tanto rispetto a molte persone, quello che voglio è solo continuare a credere in me stessa”