Milly Galati – Tristezza
Il cuore si indurisce per non soffrire.
Il cuore si indurisce per non soffrire.
Il fiato alcune persone, dovrebbero risparmiarlo, per farlo terminare sulle labbra che baciano un figlio, ad esempio, invece di soffiarlo, sul collo della gente.
Certe volte sono sorda al richiamo dei ricordi perché la realtà me li trafigge e sedimento in soffitta parole e frammenti di me sparsi nei nascondigli del tempo.
A tutti impone il demone, a chi uno a chi un altro, dolori.
Amare è aprire completamente il proprio cuore, tremanti di paura, e lasciare che un altro vi entri per renderlo traboccante di felicità.
A volte basta solo un piccolo gesto di conforto, un abbraccio, la parola di una persona che crede in te fa molto, può darti quella carica che ti rassicura e ti serve per affrontare al meglio le insidie di questa nostra vita.
Sono inciampata e ho vacillato mi sono aggrappata a “qualcosa” che credevo solido, sono andata avanti zoppicando finché sono nuovamente inciampata e caduta. Come una bambina ho pianto, ma non piangevo come una bambina, perché il dolore che sentivo era il mio cuore di adulta andare in pezzi, frantumato dalla mia stessa vita che sembrava non appartenermi più. Consolavo quel frenetico battito accarezzandolo cercando nelle pieghe della mia mente qualcosa che sapesse di buono. Quanto amaro in bocca! Ho maledetto e leccato le mie lacrime, ognuna una ferita a solcarmi l’anima di sale, le mie spalle come ali impazzite cercavano di spiccare il volo per respirare, per andare lontano con il pensiero. Qualcosa di buono! Strisciando verso il fondo mi sono spogliata della mia corazza, forse fasulla, non sono io il centro del mio mondo. Qualcosa di buono, ed eccolo! Un viso, i miei stessi occhi, la parte migliore di me. La continuità della mia vita.