Mirco Cherubini – Tempi Moderni
La difficoltà più grande dei nostri giorni è la semplicità delle nostre azioni.
La difficoltà più grande dei nostri giorni è la semplicità delle nostre azioni.
Mezzo secolo fa la gente cantava un po’ ovunque. Cantava il falegname, il contadino, l’operaio, quello con il motorino, il fornaio. Senza distinzione di classe sociale e senza conoscersi si salutavano. Oggi non canta e non racconta più nessuno.
Distratta, indolente, prudente, la nostra borghesia ama i suoi figli viziati e ribelli.
Le assurdità di ieri sono le verità di oggi e saranno le banalità di domani.
Noi siamo quelli che diciamo di voler bene poi, alla prima occasione voltiamo le spalle. Noi siamo quelli che diciamo di amare gli animali poi, andiamo nei circhi, compriamo le pellicce, mangiamo le carni. Noi siamo quelli che facciamo gli auguri di buon Natale poi, per 364 giorni ci scordiamo dell’altro. Noi siamo quelli che diciamo di tenere alla salute dei nostri figli poi, facciamo mangiare loro solo “merda”. Noi siamo quelli che parliamo di altruismo, sensibilità, sostegno poi, fuggiamo tutto questo. Noi siamo quelli che nel parlare di un sofferente esclamiamo “poverino” poi, lo incrociamo e gli neghiamo anche una semplice carezza. Noi siamo quelli che diciamo di credere in Dio fatto uomo poi, nell’incontro quotidiano con Gesù, siamo capaci di dirgli: “Non ti conosco”. Noi siamo questi.
Ancor più importante della conservazione dei vecchi, sarebbe non far morire i giovani.
Se hanno legiferato il “divorzio breve”, si dovrebbe optare almeno per un fidanzamento lungo!