Monica Cannatella – Destino
Non ho scelte, se vado via perdo tanto, ma se resto finirò col perdere anche quel poco che mi è rimasto.Si può scegliere di non scegliere?
Non ho scelte, se vado via perdo tanto, ma se resto finirò col perdere anche quel poco che mi è rimasto.Si può scegliere di non scegliere?
A volte hai l’impressione di esserti perso. E invece sei giunto proprio dove il destino ti stava aspettando.
Cosa porta noi umani a crearci il futuro? La sola convinzione di non avere destino…
La sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso il destino, quando, d’un tratto, esplode.
Si vincono le guerre, si attribuiscono meriti e medaglie, ma nessuno ridarà loro la pace…
Il destino verrà a reclamarmi.
C’è un tempo in cui devi lasciare i vestiti, quelli che hanno già la forma abituale del tuo corpo, e dimenticare il solito cammino, che sempre ci porta negli stessi luoghi. È l’ora del passaggio: e se noi non osiamo farlo, resteremo sempre lontani da noi stessi.
A volte hai l’impressione di esserti perso. E invece sei giunto proprio dove il destino ti stava aspettando.
Cosa porta noi umani a crearci il futuro? La sola convinzione di non avere destino…
La sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso il destino, quando, d’un tratto, esplode.
Si vincono le guerre, si attribuiscono meriti e medaglie, ma nessuno ridarà loro la pace…
Il destino verrà a reclamarmi.
C’è un tempo in cui devi lasciare i vestiti, quelli che hanno già la forma abituale del tuo corpo, e dimenticare il solito cammino, che sempre ci porta negli stessi luoghi. È l’ora del passaggio: e se noi non osiamo farlo, resteremo sempre lontani da noi stessi.
A volte hai l’impressione di esserti perso. E invece sei giunto proprio dove il destino ti stava aspettando.
Cosa porta noi umani a crearci il futuro? La sola convinzione di non avere destino…
La sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso il destino, quando, d’un tratto, esplode.
Si vincono le guerre, si attribuiscono meriti e medaglie, ma nessuno ridarà loro la pace…
Il destino verrà a reclamarmi.
C’è un tempo in cui devi lasciare i vestiti, quelli che hanno già la forma abituale del tuo corpo, e dimenticare il solito cammino, che sempre ci porta negli stessi luoghi. È l’ora del passaggio: e se noi non osiamo farlo, resteremo sempre lontani da noi stessi.