Nathaniel Hawthorne – Arte
Nessuno, penso, dovrebbe leggere poesie, o guardare quadri o statue, se non vi sa trovare molto di più di quanto il poeta o l’artista vi abbiano effettivamente espresso.
Nessuno, penso, dovrebbe leggere poesie, o guardare quadri o statue, se non vi sa trovare molto di più di quanto il poeta o l’artista vi abbiano effettivamente espresso.
Se una macchina fotografica cattura un lungo istante, la coscienza ne cattura l’intera esistenza dell’universo.
Disegnare controvento, sulla carta da pacchi sigillata. Inventare, con i pennarelli scarichi e la luce fioca. Improvvisare, bevendo qualche birra tra un ritmo dance anni ’90 e una sonata di Vivaldi. Vivere, aspettando la sera per mangiare un piatto di pasta e bersi un bicchiere di vino, rosso, come il sole che scende oltre l’isola della Giudecca. Grazie a chi ci segue, a chi ci vuole bene, che lotta per l’arte, che lotta con noi. Siamo artisti di strada, artisti liberi che lottano per la libertà.
Se cucinare diventa una forma d’arte piuttosto che un mezzo per provvedere una dieta ragionevole allora chiaramente c’è qualcosa di sbagliato.
L’artista vive in completa instabilità interiore, in costante evoluzione e in uno stato di ricerca e sperimentazione perenne. Ed è questo inarrestabile vagare da un suo mondo all’altro, che lo contraddistingue e lo rende tale.
È così strano pensare che una fotografia sia il modo più semplice, per fermare il tempo.
Il ballo è una manifestazione verticale di un desiderio orizzontale.