Neal Cassady – Arte
L’arte è buona quando muove dalla necessità; questo tipo di origine ne garantisce il valore, e nient’altro.
L’arte è buona quando muove dalla necessità; questo tipo di origine ne garantisce il valore, e nient’altro.
V’è una sola cosa al mondo eternamente bella, giovane e feconda: l’arte divina.
Io sono un pittore, un pittore di figure e non voglio cambiare. La mia pittura è di grandi storie, di grande fantasia e di grande lavoro: questa è la mia storia e questa è la mia strada.
Il disegno è la sincerità nell’arte. Non ci sono possibilità di imbrogliare. O è bello o è brutto.
La gioia che ci dà la contemplazione di un’opera d’arte contenente il principio della rivelazione…
È come guardare un grande quadro. Avete mai visto la primavera di Botticelli dal vivo? L’artista non è la tela, le pennellate, il disegno o la forma. L’artista è quel qualcosa che riempie lo spazio vuoto tra la tela e la parete.
Se si parla di pittura sono d’obbligo Magritte, Permeke e, subordinatamente, Topor. Da evitare Picasso, e persino Pollok, forse anche Rauschenberg e Wahrol. Ammessi invece Kandinsky e Klee; semmai un patetico ricordo di Cy Twombly del periodo romano. Ottimo è, per l’Ottocento, confessare un debole per De Nittis e Boldini, persino per Michetti, e ovviamente per Fattori. Si va sempre bene ora con Boccioni, Balla, il primo Carrà. Fra gli scultori, con Moore non si sbaglia mai; glissare su Manzù e semmai ostentare una qualche nostalgia per Medardo Rosso. Se si parla di musica, evitare gli ovvi entusiasmi per Bach, Beethoven, Mozart; Debussy è sempre ottimamente quotato. Con Mahler si va sul sicuro. Ma Schonberg, la dodecafonia, e persino Nono sono argomenti rischiosi, meglio evitare. Ora si è invece tranquilli con Respighi. All’ovvio Verdi è sempre preferibile Donizetti, se non addirittura Puccini. Con Rossini non si sbaglia mai.